Gli italiani, i «meridionali» come li chiamava con disprezzo, proprio non gli piacevano. Erano, sì, i nemici del suo paese, l’impero austro-ungarico, ma non erano neppure dei grandi combattenti. Questo, in sintesi, è quanto pensava il generale Alfred Krauss il quale – dopo una brillante carriera che lo aveva portato ai vertici dell’esercito asburgico, alla guida della Scuola di Guerra di Vienna e al comando delle forze imperial-regie nei Balcani alla fine del 1914 – si trovò a comandare il I corpo d’armata austro-ungarico che, nel quadro della battaglia di Caporetto, sconfisse le truppe italiane a Plezzo nell’ottobre 1917. Era, il generale Krauss, un uomo duro e orgoglioso, nativo di Zara, convinto sostenitore della superiorità delle truppe austro-ungariche su quelle italiane.
LEGGI L’ARTICOLO