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philweb.it – 131207 – Fiume: botta e risposta online

Di Francesco De Carlo

E' stato diffuso nel tardo pomeriggio un comunicato stampa dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che parla apertamente di un'invasione di campo da parte della Croazia nelle cose interne italiane. Fiume è stata "una città di lingua e cultura prevalentemente italiana", ha detto il presidente Lucio Toth. Diversamente la pensa il Sindaco di Fiume: "Fiume originariamente non è mai stata terra italiana".

Ancora nessuna risposta ufficiale da parte dell'Italia alla nota di protesta inoltrata dalle autorità croate sull'emissione del Francobollo per Fiume "Terra orientale già italiana".

Non si è fatta attendere, invece, la reazione delle organizzazioni degli esuli istriani. In particolare dell'ANVGD, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che tramite un comunicato diffuso nel pomeriggio a firma del presidente Lucio Toth, parla di una "incomprensibile invasione di campo della Croazia nella nostra sfera di sovranità".

L'ANVGD, che nelle scorse settimane era stata in prima linea nel chiedere al governo italiano di non sottrarsi dall'emissione di un francobollo che racconta soltanto un verità storica, risponde in modo "appassionato" ma fermo alle proteste che provengono da Zagabria: "Che Fiume sia stata una città di lingua e cultura prevalentemente italiana, come tutto il Quarnero dal Medioevo fino al 1945, è un dato storico, comprovato dalla memoria dei suoi figli e dall'ampia documentazione sopravvissuta agli scempi delle milizie titine che devastarono archivi e biblioteche".
E continua, su basi prettamente storiche: "Che poi Fiume sia appartenuta allo Stato italiano due volte, dal 1805 al 1808 e dal 1924 al 1947, è un dato giuridicamente inconfutabile, a meno di voler mettere in discussione i principi del diritto internazionale".

"Poste Italiane e gli Esuli fiumani", ribatte l'ANVGD, "hanno tutto il diritto di ricordare con un francobollo una storia di indipendenza e di italianità di cui sono fieri".

Molto dura anche la reazione dell'Unione degli Istriani, per il tramite del suo presidente Massimiliano Lacota, che già in occasione dello stop di ottobre aveva criticato il Governo italiano per "l'umiliazione e la sfacciata disinvoltura a danno degli esuli istriani, fiumani e dalmati".
E come risposta alla querelle filatelica tra Roma e Zagabria, la Segreteria Generale dell'Unione conferma che la bandiera Tricolore, normalmente esposta sul fronte di Palazzo Tonello, sede dell'associazione a Trieste, e ammainata già il 31 ottobre scorso, verrà ripristinata solo "quando vi sarà la certezza di una adeguata risposta di Roma alle prevaricazioni croate".

Le note delle associazioni di Esuli istriani sembrano seguire una dichiarazione del Sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, ripresa dal sito Glasdalmacije.com, il quale si è detto "deluso per l'emissione del francobollo", che a suo parere contiene "una menzogna storica perchè Fiume originariamente non è mai stata terra italiana".
Il sindaco di Rijeka (attuale denominazione della cittadina croata) è personalmente irritato per la dicitura contenuta nel francobollo: "come si sentirebbero (gli italiani, ndr) se noi facessimo un francobollo con la foto di Trieste e la scritta "Trieste terra già slovena"?

Toni sopra le righe per un francobollo dalla vita decisamente tribolata!

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