STRASBURGO Con 548 voti a favore e 40 contrari il Parlamento europeo ha approvato ieri la Risoluzione sui progressi compiuti nel 2008 dalla Croazia nel suo cammino di avvicinamento all'Unione europea.
Il documento, presentato dal relatore per la Croazia, l'eurodeputato austriaco Hannes Swoboda, era molto atteso da Zagabria ma anche da Lubiana. La Risoluzione infatti, pur non essendo vincolante, esprime molto chiaramente quello che è l'atteggiamento politico dei Paesi europei nei confronti del processo di allargamento dell'Unione nonchè – in questo caso – come l'Europa vede il contenzioso sloveno-croato sul confine, per il quale Lubiana sta bloccando i negoziati di Zagabria con Bruxelles. Il testo approvato ieri è stato definito «alquanto equilibrato» da parte di Swoboda ma Zagabria può essere più soddisfatta di Lubiana. L'Europarlamento ha infatti appoggiato la mediazione come strumento per risolvere il contenzioso territoriale ma ha altresì precisato che questa mediazione deve essere basata sul diritto internazionale, esattamente come richiesto dalla Croazia. La Slovenia, come noto, insiste invece in particolare sul «principio di equità», che nella Risoluzione non viene nemmeno nominato.
Dall'altra parte, nel documento non s’insiste più sulla necessità di rispettare, da parte dei due Paesi, l'accordo tra il premier croato Sanader e l'ex premier sloveno Janez Jansa che nell'agosto 2008 a Bled avevano annunciato la volontà di rivolgersi alla giustizia internazionale per risolvere il contenzioso. Quell'accordo viene solo nominato ma senza precisare, come avrebbe invece voluto la parte croata, che deve essere la Corte di giustizia dell'Aia l'organismo a cui le due parti devono ricorrere. Per il resto, nella Risoluzione si rileva che la Croazia ha compiuto progressi nel 2008 ma che deve continuare con la riforma della magistratura e la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Zagabria viene inoltre sollecitata a rafforzare la collaborazione con il Tribunale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia. Il premier sloveno Borut Pahor ha salutato l'approvazione del documento anche se, come ha precisato in conferenza stampa, non è soddisfatto di tutte le formulazioni che vi sono contenute. Per la soluzione del contenzioso sul confine, ha aggiunto, comunque non sarà rilevante la Risoluzione del Parlamento europeo bensì l'atteggiamento della Commissione e del Consiglio europeo. La Slovenia, ricordiamo, ha bloccato i negoziati su 11 capitoli della trattativa tra Zagabria e Bruxelles perchè sostiene che la documentazione presentata dalla Croazia contiene anche documenti che potrebbero pregiudicare la futura definizione del confine tra i due Paesi. Per lo stesso motivo, l’extraparlamentare Partito del popolo sloveno sta raccogliendo in questi giorni le firme necessarie per un referendum che blocchi anche l'ingresso della Croazia nella Nato, ratificato peraltro dal Parlamento sloveno. L'iniziativa probabilmente non avrà successo, visto che finora sono stati raccolti pochissimi sostegni ma Zagabria rischia comunque d’inviare i documenti di ratifica a Washington con qualche giorno di ritardo rispetto ai tempi prestabiliti. La Croazia spera di essere proclamata membro a tutti gli effetti dell'Alleanza atlantica al vertice di aprile a Strasburgo e Kehl.