Un grande autore per un grande romanzo. ‘Testimoni muti’ (Mursia) di Diego Zandel è un romanzo della memoria che dà voce alle migliaia di italiani istriani, fiumani, dalmati che dopo la firma del Trattato di Parigi – 10 febbraio 1947 – fuggirono dai territori consegnati all’esercito del maresciallo Tito per cercare rifugio in Italia, una Patria dove a lungo per loro ci fu solo la miseria e la desolazione dei campi profughi. È in uno di questi campi, a Servigliano, nelle Marche, che si dipana la storia del protagonista, molto vicino al Diego futuro giornalista e scrittore. Il romanzo di Diego Zandel verrà presentato questo pomeriggio [27 febbraio, ndr] alle 17.30 al Museo Cambellotti di Latina. Condurranno i giornalisti Gian Luca Campagne e Daniela Novelli, intervengono il consigliere comunale Cesare Bruni e Marino Micich, direttore dell’Archivio storico di Fiume. La storia: nel 1948 nasce il bambino la cui vicenda, narrata in prima persona, si intreccia a quella degli italiani a cui la politica post bellica riservò un supplemento di tragedia e di dolore. La voce del protagonista attraversa gli anni del Dopoguerra narrando le vicende della comunità degli esuli sradicati dalle loro vite, assillati dalle necessità pratiche, separati dalle loro famiglie: Diego Zandel è quel bambino nato nel campo profughi. Il lettore lo segue nella vita nel Villaggio dei profughi a Roma, poi a Fiume quando, per la prima volta, accompagna la madre oltre il nuovo confine, e s’imbatte nella nuova realtà, tra lingue, dialetti, parenti e amici diversi, che amplieranno i suoi orizzonti.
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