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Nella storia del ”Budicin” la ”ricetta” della convivenza (Voce del Popolo 06 apr)

ROVIGNO – Nonostante il maltempo che ha ritardato sabato mattina l’inizio della manifestazione nella radura di Stanzia Bembo, a pochi chilometri da Valle, l’Unione dei combattenti antifascisti e gli Antifascisti di Rovigno hanno organizzato la celebrazione dei 65 anni della costituzione del battaglione italiano “Pino Budicin”. La commemorazione è iniziata con l’intervento del sindaco di Valle, Edi Pastrovicchio, il quale ha ringraziato le numerose organizzazioni presenti e i moltissimi cittadini venuti a sostenere e celebrare il “Pino Budicin”. La cerimonia è continuata con la tradizionale deposizione di una ghirlanda davanti al monumento in ricordo della fondazione del battaglione, avvenuta il 4 aprile del 1944, dove il commissario del battaglione Mario Jadrejčić ha commemorato i combattenti italiani periti nella guerra di liberazione contro il nazifascismo e le circa 17 mila vite che l’Istria ha perso durante il conflitto. Inoltre, egli ha invitato tutti i presenti a votare alle prossime elezioni amministrative di maggio per i candidati della DDI, dell’SDP e della Comunità degli Italiani, in quanto esprimono i valori dell’antifascismo.
Il pubblico, formato in maggior parte da ex combattenti, ha acclamato con particolare enfasi il discorso di Roberto Birsa, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, il quale ha ricordato i sacrifici di Pino Budicin e di Matteo Benussi Cio, Riccardo Daveggia e degli altri eroi partigiani che formarono questo glorioso battaglione. Nel suo intervento, Birsa ha aggiunto che la meravigliosa storia del battaglione “Pino Budicin” deve essere raccontato alle nuove generazioni perché in essa sono racchiusi elementi utili per la convivenza pacifica e fraterna delle diverse genti di questa terra.

Tomislav Ravnić: «Rispettare i diritti dei combattenti antifascisti»

Tomislav Ravnić, segretario dell’Associazione dei combattenti antifascisti della regione istriana, ha ricordato che i diritti dei combattenti antifascisti non sono ancora rispettatati nel modo adeguato, nonostante la dichiarazione sull’antifascismo che la repubblica di Croazia ha dovuto approvare come uno dei presupposti per l’inizio dei negoziati di adesione all’Unione Europea nel 2005: “Non dobbiamo permettere che i combattenti e le vittime della guerra popolare di liberazione siano demonizzati e denigrati, perché senza il sacrificio di tante vite umane, la Croazia di oggi non sarebbe mai esistita. Non dobbiamo mai dimenticare che la seconda guerra mondiale è la più grande carneficina della storia umana, con 55 milioni di vite perse, e che gli unici responsabili di questo spregevole bagno di sangue sono i fascisti e i nazisti. Il maresciallo Tito ha dato sempre ordine ai partigiani di comportarsi verso i prigionieri di guerra secondo la convezione internazionali e i casi di eccesso sono stati dovuti a singole persone che hanno perso la ragione dopo gli abusi subiti. Ritengo assurdo il comportamento della televisione nazionale che invece di occuparsi della crisi mondiale dovuta al capitalismo liberale cerca di cambiare la realtà dei fatti”.
Il sindaco di Rovigno Giovanni Sponza ha evidenziato l’importanza del battaglione nella vita odierna dell’Istria: “Il battaglione Pino Budicin ha gettato le basi della convivenza, della giustizia e dei valori sociali che sono il simbolo dell’Istria contemporanea. Bisogna sempre celebrare le vittorie che hanno liberato un paese da un regime oppressivo, non si deve dimenticare e assolutamente non si deve sminuire il sacrificio di chi ha dato la vita per la libertà. Il contributo che avete dato non è stato e non sarà mai dimenticato perché la nostra gratitudine è più forte dell’oblio. Grazie a questi valori possiamo indicare la strada da percorrere ai nostri giovani, che non è basata sul guadagno e sul prestigio personale, ma sulla collaborazione e assistenza reciproca verso gli altri”.

Katerina Juričić: «Il nostro vanto e orgoglio»

Sul palco è salita Katerina Juričić, rappresentante del battaglione Pino Budicin, che ha iniziato il suo discorso ricordando come la netta maggioranza della popolazione italiana di Rovigno ha sempre dimostrato la sua intolleranza al regime fascista, iniziando con la partecipazione di diversi rovignesi alla guerra di Spagna e con i sacrifici di Ive, Budicin, Ferri e di tanti altri italiani di queste terre che hanno saputo dimostrare anche ai fratelli croati la differenza del binomio croato-ustascia con quello italiano-fascista: “Sono passati 65 anni fa dal giorno in cui su questo lembo di terra, 120 giovani promisero che avrebbero combattuto contro i nazifascisti mentre sventolava la bandiera italiana con la stella rossa cucita con tanto amore dalle donne rovignesi. Nei due anni successivi più di mille persone entrarono a far parte di questa gloriosa formazione che con la sua esistenza ha reso possibile la costituzione dell’Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume nell’estate del 1944, dando a noi italiani di queste terre la soddisfazione di esserci guadagnati tutto da soli con la nostra lotta e con la lotta del nostro vanto e orgoglio, il battaglione ‘Pino Budicin’”.

Furio Radin: «La nostra storia va accettata in tutte le sue parti»

Il presidente dell’Unione Italiana Furio Radin ha iniziato il suo discorso ricordando che grazie alla nuova Commissione mista promossa dall’Unione Italiana e dall’Associazione degli ex combattenti antifascisti dell’Istria, in mattinata, prima dell’inizio della festa a Stanzia Bembo, sono state visitate le tombe dei caduti Pino Budicin, Pietro Lorenzetto, Domenico Bulessi, Pietro Bobicchio, Riccardo Daveggia, i fratelli Angelo e Giuseppe Sbisà, Andrea Quarantotto, i fratelli Gino e Silvio Gnot, Giordano Paliaga ed è stata posta una ghirlanda ai piedi del monumento-ossario dei caduti e delle vittime del nazifascismo del cimitero comunale di Rovigno e presso il monumento posto in loro ricordo a Moncalvo: “Abbiamo compiuto questo gesto simbolico visitando le tombe dei caduti rovignesi per affermare due concetti importanti. Il primo riguarda la convinzione dell’Unione Italiana che la nostra storia travagliata e fratricida vada finalmente accettata in tutte le sue parti, dalla guerra antifascista alla tragedia dell’esodo, dai partigiani alle tante persone senza ideologia che la guerra non l’hanno voluta, ma soltanto subita, vivendo questa tragedia a volte senza avere gli strumenti per comprenderla fino in fondo. Il secondo concetto è che le vittime per definizione sono innocenti e vanno rispettate e ricordate, non possono essere categorizzate e non esiste una gerarchia del sacrificio. Le vittime vanno piante a una a una, individualmente, perché non c’è ideologia o progetto politico che possa giustificare la soppressione di una vita innocente. Il battaglione ‘Pino Budicin’ ha lottato perché credeva in un mondo più giusto guidato da valori socialisti che superavano l’importanza dei confini nazionali e delle etnie. Purtroppo, molti di loro dopo la guerra sono rimasti delusi e molti antifascisti hanno lasciato le proprie terre e alcuni di loro hanno subito persino il supplizio dell’Isola Calva. Ma i valori antifascisti sono rimasti come antidoto al male assoluto del nazifascismo, sempre portando avanti questo unico obiettivo, ossia la costruzione di un futuro migliore, nel rispetto degli altri”.

«Ripristinare la mostra dedicata alla Resistenza dei connazionali dell’Istria e di Fiume»

L’onorevole Radin ha annunciato, inoltre, che la Commissione mista promossa dall’Unione Italiana e dall’Associazione degli ex combattenti antifascisti dell’Istria cercherà di ripristinare la mostra permanente dedicata alla Resistenza dei connazionali dell’Istria e di Fiume che era allestita nel Museo Civico di Rovigno. Questa sezione era stata costituita nel 1954, all’epoca del decennale del battaglione, quando l’allora Unione degli Italiani diventò uno dei fondatori del Museo rovignese, porgendo anche un apporto finanziario. Dopo alcuni anni, però, la mostra fu smantellata, a eccezione del 1974 in occasione del 30.esimo anniversario del battaglione. Altra importante decisione presa è quella di pubblicare entro quest’anno l’opera bilingue dedicata all’Antifascismo rovignese 1919-1945, commissionata dall’Associazione degli ex combattenti antifascisti, finanziata dalla Municipalità rovignese e realizzata dallo storico Luciano Giuricin.

Jakovčić: «Insieme per dare un segnale a Lubiana»

Infine a concludere gli interventi è stato il presidente della regione Ivan Jakovčić, il quale ha affermato che nelle zone come Stanzia Bembo, durante il periodo della seconda guerra mondiale sono nati i valori che hanno portato alla costituzione dell’Unione Europea e che per questo motivo ha invitato a Umago i sindaci sia sloveni sia croati dell’Istria per dare un segnale forte alla soluzione del blocco posto dal parlamento sloveno per l’entrata della Croazia nell’Unione Europea. Inoltre, Jakovčić ha annunciato che l’Istria ha ormai esaurito la sua pazienza nei confronti del governo croato che non sta attuando il processo di decentramento. “Noi siamo sempre per il dialogo, ma se la situazione non cambierà al più presto prenderemo in considerazione anche altre alternative”.
Per quanto riguarda il programma di intrattenimento, si sono esibiti il coro dei ragazzi della scuola elementare italiana “Bernardo Benussi” e i cantanti midi e solisti della CI di Rovigno, la banda d’ottoni della Città di Rovigno, il gruppo “Gunjać” di Pinguente e Biba Benussi.

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