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Nasce associazione per tutelare il triestino (Il Piccolo 08 ott)

di TIZIANA CARPINELLI

Associazioni in prima linea nella salvaguardia dei dialetti giuliano veneti. Alcune tra la più rappresentative istituzioni culturali delle province di Trieste, Gorizia e Pordenone, hanno aderito, ieri mattina, a un nuovo sodalizio che ha incassato il placet del presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat e del consigliere regionale Piero Camber. Il fine è quello di ottenere la tutela delle parlate attualmente non «protette» da alcuna norma, sulla scia di quanto avvenuto – non senza polemiche – per il friulano. Con un importante distinguo: non si tratta di far entrare il vernacolo triestino o bisiaco nelle scuole, negli uffici e nelle strade, bensì di riuscire a ottenere i fondi necessari a conservare e valorizzare un patrimonio ritenuto indispensabile allo sviluppo delle comunità locali, le quali altrimenti rischierebbero di perdere la proprià identità.

L'iniziativa è maturata a seguito della proposta di istituire una legge in difesa dei dialetti del Friuli Venezia Giulia, avanzata nei giorni scorsi da due formazioni politiche: la prima a firma dei consiglieri regionali Camber, Galasso, Valenti, Pedicini, Novelli, Venier Romano, Ferone e la seconda a firma Razzini, Narduzzi, Piccin, Picco, De Mattia, Franz. Sulla scia di queste richieste e forte di una petizione avviata diversi mesi fa e sottoscritta da 6 mila cittadini, l’Armonia – associazione che riunisce la maggior parte delle compagnie teatrali triestine – si è fatta promotrice del nuovo organismo. «L’intento è quello di ampliare e diffondere l’uso e lo studio delle diverse parlate venete locali – ha chiarito ieri mattina, nella sala Azzurra del Palazzo regionale, Bruno Cappelletti, presidente dell’Armonia – Uno scopo, questo, che verrà perseguito agendo nei vari campi dell’arte e della ricerca storica». Il sodalizio non ha ancora un nome, ma la prima ipotesi di denominazione potrebbe essere «Filologica giuliano veneta». «A tutti gli enti – ha proseguito Cappelletti – è stato inoltrato uno schema di statuto, chiedendo un’approvazione di massima e una dichiarazione d’intenti». Non si vuole, così come sottolineato dai presenti, rinfocolare le polemiche sul caso friulano bensì rivendicare, almeno su un piano culturale, pari «dignità» per l’idioma veneto giuliano.

«La Provincia – ha commentato il presidente Bassa Poropat – ha intenzione di inserire nel nuovo regolamento la possibilità di stipulare convenzioni con enti promotori del dialetto. Ciò consentirà di fissare una progettualità a lungo termine». «Il friulano – ha precisato Camber -, stando all’attuale legge (pur bloccata) ci costa 7 milioni di euro, una simile iniziativa, richiederebbe come start up molto meno: mezzo milione. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare gli idiomi attraverso l’arte: per mezzo di fondi regionali, iniziative pregevoli come il Festival della canzone triestina potrebbero finalmente beneficiare dei finanziamenti necessari a migliorare la pianificazione degli eventi stessi». Oltre all’Armonia hanno aderito: Salotto Giotti, Pat, Alpe, Fita (Trieste), Comitato promotore della canzone triestina, La Barcaccia, Fameia muiesana, Artecultura, circolo Class, Gradisca…Il teatro, associazione Dante Alighieri, Grado Teatro, associazione culturale bisiaca e Fita (Pordenone).

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