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Napolitano lunedì 14 a Lubiana

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sarà in visita ufficiale a Lubiana il prossimo 14 gennaio. E sarà il primo capo di Stato ad essere accolto in Slovenia dopo la sua assunzione della presidenza Ue dallo scorso 1 gennaio. Particolare questo di non poco conto e che sancisce di fatto il nuovo corso nei rapporti bilaterali italo-sloveni, soprattutto nell’ottica della politica comunitaria. Nuovo corso aperto dal presidente del Consiglio, Romano Prodi in occasione del suo incontro del settembre scorso a Brdo pri Kranju con il premier sloveno, Janez Jansa e rinforzato dall’ingresso della Slovenia nell’area Schengen.
Napolitano a Lubiana ribadirà anche questo: tra i due Paesi non esistono più confini, ma la comune visione di un futuro europeo dove coniugare la politica dell’integrazione e della cooperazione.
Mentre il protocollo del Quirinale sta ancora mettendo a punto l’agenda di Napolitano in accordo con la presidenza slovena guidata dal 23 dicembre scorso dal neoeletto capo dello Stato, Danilo Türk, fonti diplomatiche sostengono che al centro dell’incontro ci sarà sicuramente il Trattato di Lisbona. I premier dei Ventisette si sono impegnati a concludere il processo di ratifica dello stesso entro il 2009 mentre lo stesso Janez Jansa, nel ricevere le consegne della presidenza Ue dal primo ministro portoghese Josè Socrates, ha dichiarato l’intenzione di dare un forte processo di accelerazione al tutto. E il fervido europeista Napolitano, a Lubiana, ribadirà la necessità che l’importante documento europeo trovi la corsia giusta per ottenere il placet dei governi comunitari. Si tratterà, dunque, di mettere in piedi una sorta di strategia diplomatica comune tra l’Italia (uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea) e la presidenza Ue della Slovenia per dare il via a un forte pressing sugli esecutivi dei Ventisette per sensibilizzarli sull’impegno preso alla fine dello scorso anno a Lisbona. Nei giorni scorsi, sullo stesso tema, si sono incontrati a Lubiana il ministro degli Esteri sloveno, Dimitrij Rupel e quello francese, Bernard Kouchner anche in vista dell’assunzione a luglio della presidenza Ue proprio da parte della Francia.
In quest’ottica si inserisce anche la carica di ministro degli Esteri dell’Unione europea, previsto proprio dal Trattato di Lisbona, alla cui poltrona ambisce il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema. Candidatura, fin qui, molto accreditata visto e considerato poi che il presidente del Comitato militare della Nato a Bruxelles è l’ammiraglio di squadra Giampaolo Di Paola. La partita è, come si può ben capire, apertissima, ma l’Italia sta già lavorando in questa precisa direzione.
L’altra questione in agenda sarà il «nodo» del Kosovo dove attualmente operano nel contingente «Kfor» sia soldati italiani che sloveni. Napolitano ribadirà la politica italiana che vede come indispensabile un ulteriore allargamento dell’Unione europea verso il Sudest dei Balcani. In quest’ottica fondamentale diventa il conferimento dello status di membro associato alla Serbia. Ma al centro resta la questione kosovara. Da Pristina giungono in queste ore segnali di una  autoproclamazione dell’indipendenza a fine gennaio o al più tardi in febbraio, mentre Belgrado risponde a muso duro, appigliandosi a quanto stabilito nella risoluzione 1244 delle Nazioni Unite e con le spalle coperte dai «cugini» russi. Lubiana vuole muoversi nella piena unitarietà europea, ma ha bisogno di forti appoggi all’interno dell’Ue. L’Italia, con la visita di Napolitano, darà chiaro il segnale di essere in sinergia con la Slovenia.
Importante questione sarà, infine, quella delle minoranze, tema molto caro al presidente Napolitano. Con la caduta delle barriere confinarie con l’ingresso della Slovenia in Schengen il ruolo degli italiani in slovenia e degli sloveni in Italia diventa una chiave di volta di quel processo di integrazione che, anche a causa del confine fisico, ha segnato il passo negli ultimi anni. E, sempre a proposito di riconciliazione, la visita di Napolitano a Lubiana potrebbe diventare uno snodo cruciale verso la realizzazione assieme alla Croazia di quel «percorso della riconciliazione» sulle terre di confine per rendere omaggio ai martiri delle foibe e agli sloveni trucidati dai fascisti durante la Seconda guerra mondiale. Un discorso questo iniziato già molti anni fa dagli allora presidenti Ciampi e Kucan e che oggi trova una nuova struttura geopolitica dell’Europa in grado di dare quell’impulso che ancora mancava a questo gesto di riconciliazione. Per seppellire definitivamente i fantasmi degli eccidi di 50 anni fa e consegnare il tutto alla memoria indelebile della storia.

Mauro Manzin su “Il Piccolo” dell’8 gennaio 2008

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