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Muggia, bonifica bellica lungo la Parenzana

Il Comune di Muggia ha aumentato il budget per i lavori di bonifica dei residuati bellici situati lungo la Parenzana. L’ufficialità è giunta in queste ore con una determinazione da parte del responsabile del servizio Lavori pubblici espropri e patrimoni dell’amministrazione rivierasca. Complessivamente sono stati stanziati 15mila 780 euro. Il lavoro necessario per la bonifica dell’area è stato affidato alla ditta Co.ve.smi di Ostiglia (Mantova). Le modalità e le prescrizioni saranno quelle previste dal Capitolato del Genio militare.

 

Un nuovo importante tassello dunque si inserisce nell’annosa vicenda degli ordigni bellici che circondano l’ex sede del tracciato della ferrovia Parenzana. Pochi giorni or sono sulle colonne del Piccolo era stato pubblicato un reportage sulla mitico itinerario che in 70 chilometri riesce a collegare tre nazioni – Croazia, Slovenia e Italia – grazie ad un accordo stipulato fra 30 Comuni per realizzare la “Strada della salute e dell’amicizia” sottoscritto il 6 ottobre del 2000. L’inaugurazione del tratto italiano, dicono al Comune di Muggia, si farà entro il mese di settembre, quando saranno installati i cartelli segnaletici per i turisti amanti delle bici. Intanto però, oltre alla grana delle bombe, prosegue il discorso dei rifiuti posti ai bordi della pista. «Credo che per questioni di sicurezza ed igiene ambientale il sindaco dovrebbe rinviare a data da destinarsi l’inaugurazione di questa “ciclabile con vista su discarica” che probabilmente può esser considerata la discarica abusiva più estesa della provincia», tuona il consigliere comunale del Pdl Claudio Grizon.

 

Recatosi in loco l’esponente del centrodestra muggesano ha aspramente criticato la scelta di battezzare l’area bruciando i tempi. «Non voglio neanche immaginare bambini, famiglie o appassionati ciclisti transitare in mezzo a quei rifiuti – prosegue Grizon – che per alcune decine di metri spuntano letteralmente dal terreno come funghi, e che i alcuni punti sembra siano stati tombati con le ruspe del cantiere. Se così fosse, come pare, chi si è assunto la responsabilità dei fatti?». Da qui il monito finale: «La fretta di concludere la ciclabile non sarà stata mica cattiva consigliera in tutta la vicenda? A questo punto è auspicabile un intervento della magistratura e dei Carabinieri, con il loro Nucleo Ambientale Speciale, affinché l’area sia posta sotto sequestro e finché non si sarà fatta luce sulla vicenda, individuate le responsabilità e non si sarà bonificato il terreno».

 

Riccardo Tosques

“Il Piccolo” 1° settembre 2012

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