28.05.2025 – Girovagando per l’interno dell’Istria, continuamente lo sguardo si perde nel profilo dolce delle sue colline verdi ammantate da boschi, oliveti, vigne, rovine di case dal sapore antico scolpite nella pietra d’Istria, dove i campanili delle chiese rompono l’orizzonte avvisandoci di piccoli paesi che catturano il turista con il loro fascino riservato e tranquillo. Nel silenzio accogliente di vicoli pittoreschi, nessuno oggi potrebbe immaginare che all’ombra di quei campanili tanto simili al campanile di San Marco a Venezia, nelle chiese e tra la comunità dei fedeli, a partire dal 1943 e fino a un lungo dopoguerra si sono consumati numerosi eventi turbolenti e tragici, con il coinvolgimento diretto di molti parroci che si sono umilmente offerti come umanissimi mediatori nel mezzo di violenti contrasti senza cercare glorie personali, agendo di fatto come eroi e martiri oggetto di persecuzioni e mettendo continuamente a rischio la propria vita sostenuti dalla fede per offrirsi cristianamente al servizio della comunità che gli era stata affidata, fino ad essere uccisi come ad esempio don Angelo Tarticchio o don Miroslav Bulesich solo per ricordarne alcuni.
Tra i tanti, esemplare nel condurre la sua missione, con generosa dedizione e alla costante ricerca della convivenza pacifica, è stato Monsignor Pietro Rensi, dal 1927 al 1948 parroco di Pedena, un borgo sulla strada che scende da Pisino a Albona. Il suo vissuto e la sua opera pastorale sono stati recentemente ricordati a Trento negli spazi della parrocchia dedicata Sant’Antonio da Padova, costruita su un terreno donato dal sacerdote quando tornò a Trento, sua città natale, fuggendo dall’Istria nel settembre del 1948.
- L’evento dedicato a Mons. Rensi a Trento.
Al ricordo della figura di Mons. Rensi è stato dedicato il pomeriggio del 23 maggio, nella sala Polifunzionale dell’Oratorio di Sant’Antonio a Trento, con un incontro pubblico organizzato e sostenuto, oltre che dalla parrocchia, da una serie di importanti enti: Comitato del Trentino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Museo Storico in Trento, Fondazione Museo storico del Trentino.
Dopo una breve apertura introduttiva di Roberto De Bernardis, presidente dell’ANVGD del Trentino, e del parroco di Sant’Antonio Don Severino Vareschi, sono intervenuti: Marco Rensi, pronipote di Mons. Rensi; Guido Rumici, storico che ha pubblicato con l’Associazione delle Comunità Istriane le memorie di Mons. Rensi in Un paese nella bufera: Pedena 1943/1948; Giuseppe Ferrandi, Direttore della Fondazione Museo storico del Trentino.
Nella sala affollata da un centinaio di persone, ad assistere in prima fila c’era Tullio Rensi, figlio del nipote di Mons. Rensi, Aldo, scomparso per sempre nel maggio del 1944 sulla strada che lo riportava a casa a Pedena, probabilmente vittima di uno dei frequenti agguati partigiani, alla cui memoria nel 2024 è stata assegnata a Tullio l’onorificenza per il congiunti degli infoibati. Hanno arricchito l’evento con contributi e riflessioni personali il sindaco di Trento Franco Ianeselli e la presidente dell’ANVGD di Udine, Bruna Zuccolin.
- La vita di Mons. Rensi.
La vita di Mons. Rensi, dalla nascita a Trento nel 1880 e fino all’arrivo a Pedena come Parroco, è stata tratteggiata dal pronipote Marco Rensi: le origini modeste, la vocazione e i molti luoghi in cui Pietro Rensi si è fatto conoscere ed apprezzare per le sue qualità umane oltre che cristiane, a partire dal Sudamerica che lo ha inizialmente visto come missionario e dove fu ordinato sacerdote nel 1906. Al rientro in Italia dalle missioni, dal 1911 gli vengono affidati incarichi in territori di confine caratterizzati da complesse mescolanze etniche linguistiche culturali, per i quali deve necessariamente conoscere bene non solo l’italiano e il latino, ma anche il tedesco, lo sloveno e il croato. Nel periodo della prima guerra mondiale, presta il suo servizio a Vitaljnia in Dalmazia e, dopo un breve periodo in una parrocchia periferica di Trieste, viene destinato a Pedena nel 1927, dove rimane fino al 1948.

Le vicende avventurose vissute da Pietro Rensi a Pedena tra il settembre del 1943 e il settembre del 1948 sono state ripercorse nel racconto del prof. Guido Rumici variamente alternato dalle letture della prof.ssa Susanna Bino tratte dalle memorie “Cinque anni sotto i comunisti titini”, scritte dal Monsignore quando ormai, rientrato da dieci anni a Trento, aveva raggiunto gli ottanta anni. A partire dal settembre del 1943, quando i partigiani slavi di Tito entrano a Pedena occupando la caserma e portando via uomini, e dall’ottobre dello stesso anno, quando le SS arrivano e occupano l’Istria passando per Pedena, Pietro Rensi ha sempre agito in nome del rispetto cristiano per la vita e i suoi valori a partire dalla carità, districandosi con pacifica coerenza e straordinaria capacità di mediazione tra azioni vendicative e incursioni violente sia dei partigiani che dei tedeschi, forte della stima dei suoi compaesani e degli strumenti di mediazione a cui era stato formato come prete assegnato a territori di confine.
- Pietro Rensi, costruttore di ponti e di convivenza pacifica.
A conclusione degli interventi di Marco Rensi e Guido Rumici, il prof. Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, ha sottolineato come il vissuto di Mons. Rensi possa rappresentare un esempio di valori orientati alla costruzione di una pace condivisa, che si allaccia ad altri noti esempi concreti più recenti, come la proclamazione di Gorizia-Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025 o la visita di Mattarella e Pahor insieme a Basovizza. Il ricordo serve anche per conoscere gli errori del passato, che oggi possiamo leggere come monito per superare il quadro di odio conflittuale che investe tutto il nostro pianeta e per partecipare attivamente alla costruzione della pace.
- L’importanza del ricordo: la targa a Mons. Rensi.
Nella mattinata di domenica 25 c’è stata la celebrazione per lo svelamento della targa con l’intitolazione della sala polifunzionale dell’Oratorio di Sant’Antonio a Trento, parte di un più articolato complesso intorno alla Chiesa di Sant’Antonio da Padova, costruita su un terreno donato dal sacerdote al rientro a Trento da Pedena, come voto per aver ricevuto costantemente la protezione della Vergine Maria e di Sant’Antonio da Padova, soprattutto nelle difficoltà affrontate a Pedena negli anni tra il 1943 e il 1948.
Susanna Bino
Anche il Prof. Elio Varutti ha redatto per il sito internet del Comitato ANVGD di Udine un resoconto degli eventi di questa giornata dedicata a Monsignor Rensi:
https://anvgdud.it/il-libro-di-guido-rumici-su-pedena-e-mons-pietro-rensi-presentato-a-trento-e-altri-eventi/