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Mondo nano (Voce del Popolo 05 dic)

Non ci sentiamo una minoranza, ma una componente istriana alla pari con sloveni e croati. È un concetto espresso recentemente dal presidente dell'Unione Italiana, Furio Radin, riportato dal quotidiano triestino "Il Piccolo". Un concetto che condivido pienamente, ma che, ahimè, non rispecchia la realtà dei fatti, una realtà condizionata da una visione della statualità nazionalmente ipertrofica nei due Paesi che, insieme alle rogne confinarie, hanno ereditato anche un territorio bizzarro nel suo essere plurietnico e multiculturale.

Un esempio: a prescindere dalle legislature in carica, quando in Slovenia i soggetti culturali, politici ed economici del Litorale incontrano i deputati che li rappresentano, si dimenticano sistematicamente del deputato della minoranza. Un concetto, quello della pari dignità, espresso da Radin, che non rispecchia nemmeno la percezione che la cosiddetta nazione madre ha della sua minoranza autoctona. La componente italiana costitutiva di questo territorio è latitante dalla coscienza e dall'immaginario collettivo dei nostri connazionali che vivono al di là di Rabuiese. Al massimo la percepiscono come un'appendice dell'esodo. O come un'emittente che si sente oltre confine. Ricordo che qualche anno fa incontrai, in una località scisistica austriaca, un gruppo di toscani che pensavano che Capodistria fosse una televisione.

Diceva un mio conoscente che gli slogan sono il sale del commercio. Trova quello giusto e riuscirai a vendere l'acqua santa al diavolo o farai eleggere in parlamento anche l'ultimo degli imbecilli. Anni fa si era messo in campagna elettorale per le provinciali di una regione italiana. Siccome era piccolo di statura si era inventato lo slogan: Vota sano, vota Nano. Gli è andata bene. Quando però l'hanno trombato, come spesso succede in politica, si è messo negli affari, con lo slogan: Compra sano, compra Nano. Gli è andata anche meglio. Beato lui!

Noi cosa votiamo, cosa compriamo? Dipende. Di solito più il prezzo è alto e migliore è la qualità di ciò che compriamo. Ma non sempre è così. Sappiamo, infatti, che il mondo del commercio è un mondo taroccato. La contraffazione è ormai sistema, così come l'illusione della verità è implicita nella politica. Quello che è sicuro è che i bottegai ci fregano anche quando ci fanno lo sconto e, a prescindere dai colori di chi gestisce il potere temporale, alle minoranze si fa sempre pesare il fatto di essere delle minoranze. Con retoriche nazionalistiche o con toni paternalistici che nel rassicurare ricordano le pene nascoste dietro l'angolo. Non ci resta che consolarci con qualche slogan. Che ne so, tipo: Mangia sano, mangia istriano. Oppure con il più modesto e poderoso, nella sua perentorietà: Nano è bello, peccato che non si vede.

Aljoša Curavić

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