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Messaggero Veneto – 290307 – A Gorizia pagine di storia irripetibili

«Ricordare oggi a 61 anni di distanza con la mente e il cuore il marzo 1946 è motivo di grande commozione, specialmente per chi quei momenti li ha vissuti in prima persona»: queste parole, intrise di commozione, sono state pronunciate ieri da Guido Mondolfo, che all’epoca aveva 16 anni, in occasione del ricordo delle manifestazioni di piazza del 26 e del 27 marzo 1946.
In quei giorni, infatti, 30 mila persone fluirono per le vie e per le piazze per affermare l’identità italiana di Gorizia davanti alla Commissione interalleata giunta in città per definire i confini tra Italia e Jugoslavia, dando prova di una coesione che da allora non si è mai più raggiunta in città.
A intervenire in largo 27 marzo (così intitolato in seguito a una decisione del consiglio comunale del 15 giugno 1955), dopo la deposizione di una corona sotto la targa, sono stati Rodolfo Ziberna, presidente della Lega nazionale nonché dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, e il sindaco di Gorizia, Vittorio Brancati. Comune è la loro intenzione: dare solennità a quest’importante momento per la città e trasformarlo in un’occasione di aggregazione della cittadinanza.
«Oltre al 27 marzo – ha dichiarato Ziberna – vi sono altre giornate che hanno profondamente segnato la storia della città e che, dunque, devono essere ricordate. Esse, infatti, appartengono al patrimonio di tutti i cittadini ed è per questo che, per commemorarle degnamente, è necessario un coordinamento delle varie associazioni». Per questo Ziberna è intenzionato a rivolgere una richiesta ufficiale al prossimo sindaco. «In quelle giornate che ora stiamo ricordando – ha affermato Brancati – la città si unì, ma, soprattutto, lo fece spontaneamente, senz’alcun coordinamento, a dimostrazione di quanto le persone scese in piazza tenessero in massimo conto il destino di Gorizia e la sua italianità».
«Gorizia scrisse allora una pagina di storia cittadina irripetibile – ha continuato Mondolfo –, vissuta intensamente dai cittadini, che nella stragrande maggioranza scesero nelle strade e nelle piazze riaffermando la loro disperata volontà di voler essere e rimanere italiani di fronte alla commissione alleata per la delimitazione dei confini».
La commemorazione, ha voluto precisare Mondolfo, non è sintomo di un bieco nazionalismo, bensì uno strumento «per portare alla conoscenza dei giovani quelle giornate, perché sappiano quanto i loro padri e i loro nonni un giorno lontano fecero per conservare la propria identità di cittadini italiani». Sentito è stato il ringraziamento di Ziberna nei confronti dell’Agi (Associazione giovanile italiana), dalla cui sede, nel pomeriggio del 25 marzo 1946, come ricorda il volume “L’Associazione giovanile italiana nella storia di Gorizia”, partì l’invito: «Imbandieriate». Alcuni dei suoi componenti, inoltre, il 27 marzo entrarono nella Prefettura, dove si era insediata la commissione interalleata per la delimitazione dei confini, e sventolarono dai balconi il tricolore.

Eleonora Sartori

 

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