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Messaggero Veneto – 04.05.08 – Omertà e silenzio resistono ancora

«Chiediamo soltanto un gesto di buona volontà. Chiediamo poco, pochissimo, anche perché meno di così, meno di niente, non è possibile». Questo il concetto espresso ieri dalla presidente del comitato dei familiari dei deportati nell'ex Jugoslavia, Clara Morassi Stanta, durante la cerimonia svoltasi nel Parco della rimembranza dinanzi al lapidario con la deposizione delle corone di fiori e che ha costituito il momento più intenso delle iniziative per la commemorazione delle vittime delle foibe a 63 anni di distanza dall'inizio dell'occupazione di Gorizia da parte delle milizie titine che nel maggio del 1945 segnò l'inizio della tragedia delle deportazioni.
Un appello, accorato e mosso dalla volontà di non cedere neanche a fronte dell'inesorabile passare del tempo, un appello, ancora una volta, spinto da quel dolore vissuto con dignità e fierezza, per continuare ancora a chiedere risposte che da più di sessant'anni vengono negate.
«Siamo qui, come ogni 3 maggio, per non dimenticare tutte le migliaia di persone che furono deportate in quei giorni, che scomparirono durante l'occupazione delle milizie di Tito per poi andare incontro alla morte, inghiottiti nelle foibe, fucilati o spirati per gli stenti nei lager – ha detto Clara Morassi –. Speravamo che con l'entrata della Slovenia nell'Unione europea sarebbe cambiato qualcosa, che avremmo potuto sapere dove quelle persone morirono affinché i familiari possano portare almeno una volta una piccola croce o un fiore in quel luogo. Invece l'omertà, il silenzio sulla nostra tragedia resistono ancora e con il passare del tempo per noi il dolore si fa più forte».
Durante la cerimonia ha preso la parola anche il prefetto Roberto De Lorenzo: «Di fronte alla tragedia dei deportati goriziani – ha sottolineato – non si può restare inerti. Conoscere finalmente la verità sulla loro sorte è un diritto e tutte le istituzioni devono dare il proprio contributo per arrivare a trovare quella verità».
A tale proposito il prefetto si è richiamato alla recente visita di Napolitano a Gorizia: «Il presidente – ha affermato De Lorenzo – ha fatto proprio questo problema». Oltre a Romoli e De Lorenzo, sono stati numerosi, ieri, i rappresentanti istituzionali che sono voluti essere presenti alla cerimonia, dal comandante provinciale dei carabinieri Stefano D'Ambrosio all'esponente della giunta provinciale Maurizio Di Matteo.

(p.t.)

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