Saranno i confini la più evidente cartina al tornasole che le cose in Croazia, con l’ingresso nell’Unione europea il prossimo 1 luglio, sono cambiate. Il Paese ex jugoslavo, infatti, diventando la 28esima stella d’Europa sarà contemporaneamente confine esterno dell’Ue. Il suo ingresso in Schengen è previsto nel 2015. Ma anche se le barriere non cadranno sui valichi di confine tra Slovenia e Croazia sono in vista grosse trasformazioni. Innanzitutto spariranno i doganieri visto che all’interno dell’Unione europea vige il libero scambio delle merci. Seconda, ma non per questo meno trascurabile novità, ci sarà al valico di confine sloveno-croato un unico punto di controllo che sarà gestito in comune dai poliziotti di Lubiana e di Zagabria.
«I controlli saranno più veloci – assicura il ministro croato del Turismo Veljko Ostojic – e così i transiti saranno più rapidi». «Per i croati spariranno così le fastidiose attese in colonna per recarsi in Slovenia, Ungheria o Italia – prosegue il ministro – e non si sentiranno più rivolgere la classica domanda: “Qualcosa da dichiarare?”». «Per l’ingresso nell’area Schengen – conferma Ostojic – dovremo attendere ancora due anni e ci servirà il concreto aiuto anche della Slovenia in questa delicata fase».
Il Ministero degli interni croato ha già annunciato l’avvio del cosiddetto progetto Ipa Twinning Light, progetto misto tra le polizie croate e slovene per il controllo integrato dei confini dell’Unione europea nella Repubblica di Croazia. Il progetto costa 91mila euro tutti finanziati da Bruxelles.
La polizia slovena è sicuramente quella maggiormente interessata al miglioramento della collaborazione con i colleghi croati e l’adeguamento degli standard operativi di questi ultimi a quelli europei per arrivare nei tempi stabiliti all’ingresso di Zagabria nell’area Schengen. Molti sono convinti, comunque, che il confine esterno dell’Ue nei Balcani sarà un vero e proprio limes tra Occidente e Oriente.
Per Zagabria però resta da risolvere anche un altro e non certo trascurabile problema. Tranne che con l’Ungheria la Croazia, infatti, ha ancora aperti contenziosi proprio nella definizione dei confini interstatali. «Vogliamo risolvere queste questioni – ha detto di recente il premier Zoran Milnaovic – ma non a danno della Croazia e nel quadro del diritto internazionale che, a questo punto, è il nostro migliore alleato». Il “nervo” più scoperto è quello del confine croato-bosniaco a Neum. Qui, con la Croazia che diventa confine esterno dell’Ue, i controlli saranno amplificati e sono previste lunghe colonne di automezzi ma anche di autocarri. Resta l’opzione ponte di Sabbioncello, ma questa sembra proprio essere ancora un’altra storia.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 5 febbraio 2013