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MedFilm Fest chiuso ieri, ha vinto il serbo Dragojevic (AnsaMed 29 ott)

Si sono concluse ieri a Roma le proiezioni nell’ambito della 18esima edizione del MedFilm Festival, la rassegna annuale che porta sugli schermi della capitale il meglio del cinema euro-mediterraneo: e il bilancio appare decisamente positivo. “Si è ripetuta per noi e per il nostro pubblico – ha commentato il presidente della kermesse, Ginella Vocca – la magia di vedere insieme e all’opera rappresentanti da Slovenia, Serbia, Croazia, Libano, Israele, Egitto, Tunisia, Marocco, Iran, Romania, per raccontare le urgenze del presente attraverso l’arte”. Il riconoscimento più prestigioso del festival, il premio «Amore e Psiche», è stato attribuito al lungometraggio Parada, del regista serbo Srdjan Dragojevic, che racconta in chiave tragicomica il tentativo di organizzare un gay Pride a Belgrado.

 

La giuria ha voluto premiarlo giudicandolo una “originale rappresentazione dell’incrocio di scontri di civiltà e culture che ha attraversato i Paesi dell’ex Jugoslavia negli ultimi due decenni”. I giudici, inoltre, hanno apprezzato l’uso dell’ironia come strumento per scardinare i pregiudizi. Dragojevic non era presente durante la cerimonia di premiazione avvenuta lo scorso venerdì 26 ottobre, presso l’Auditorium Conciliazione. Il regista ha però inviato un messaggio di ringraziamento, in cui ha espresso anche un desiderio: “La ciliegina sulla torta sarebbe che ora un distributore italiano si interessasse al mio film”. La distribuzione, del resto, è un punto cruciale.

 

Intervistato da AnsaMed prima di essere premiato, Dragojevic aveva dichiarato: “I festival sono ottime vetrine. Ma io faccio film per la gente che lavora, non per gli intellettuali”. Durante la serata di venerdì sono stati assegnati anche altri premi. La Menzione Speciale è andata al marocchino Boiling Dreams, di Hakkim Belabbes. Mentre l’attrice algerina Adila Bendimerad ha portato a casa il riconoscimento per l’Espressione artistica, grazie alla sua interpretazione in Le Repenti, di Merzak Allouache. Per la categoria documentari (Doc Open Eyes), hanno vinto ex aequo l’israeliano Soldier/Citizen, di Silvina Landsmann, e il francese Les invisibles di Sebastien Lifshitz. Quest’anno, poi, i giurati del MedFilm Festival hanno voluto creare anche un altro premio: uno specialissimo – e fuori programma – Riconoscimento della giuria, assegnato al documentario Le cose belle, degli italiani Agostino Ferrente e Giovanni Piperno.

 

Il premio per la categoria cortometraggi, assegnato da una commissione composta da studenti internazionali e detenuti del carcere romano di Rebibbia, è stato conquistato da Alto Sauce, del regista spagnolo Fernando Pomares. L’appuntamento, dunque, è per il prossimo anno, finanziamenti permettendo: nel corso di questa edizione è stato ribadito più volte un appello alle istituzioni, affinché garantiscano al MedFilm Festival un sostegno economico adeguato, che consenta a questa kermesse cinematografica, la più antica della capitale, di sopravvivere.

 

(fonte AnsaMed 29 ottobre 2012)

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