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Mazzaroli candidato al Senato con l’IDV

Il Gen. Silvio Mazzaroli, Sindaco del Libero Comune di Pola in Esilio, alle prossime elezioni politiche sarà capolista al Senato per il Friuli Venezia Giulia con l'Italia dei Valori, formazione di centrosinistra. Ecco uno stralcio della notizia apparsa sul quotidiano “Il Piccolo” del 4 febbraio:

-Ma la novità più interessante è rappresentata dal capolista del Senato, Silvio Mazzaroli. Generale degli alpini impegnato in missione di pace in Kosovo, Mazzaroli “da servitore dello Stato farà il soldato politico” ha detto Di Pietro. E in qualità di cariche come quella di Sindaco del Libero Comune di Pola in esilio, di presidente della famiglia polesana e vicepresidente dell'Unione degli Istriani, “porterà all'attenzione nazionale la questione degli esuli istriani”.-

Del Gen. Mazzaroli ricordiamo la militanza attiva contro la casta dei politici, soprattutto contro coloro che avrebbero usato gli Esuli come trampolino di lancio nella politica, tanto che su “L’Arena di Pola” del dicembre 2006 dichiarava di non “assurgere al ruolo di timoniere della condotta politica nei confronti dei problemi che ci assillano.”

Ma il tempo cambia gli uomini ed ecco che lo scorso novembre, sempre su “L’Arena di Pola”, Mazzaroli si esprime in maniera che oggi appare assolutamente profetica: “(…) possiamo ancora sperare di avere un giorno giustizia da questo Stato che, anziché consolidare viepiù la propria democraticità, anziché essere espressione del diritto svela, con crescente arroganza e senza pudore alcuno, il proprio carattere mercantile e di casta? Ricordiamocene quando dovremo esercitare il nostro diritto di voto; quando saremo chiamati ad esprimere la nostra preferenza per questo o quel politico.”

La ciliegina sulla torta appare invece su L'Arena di Pola del 29 febbraio, solo 3 giorni prima che venga resa nota la candidatura. Parlando del Giorno del Ricordo, Mazzaroli critica in maniera aspra gli "atteggiamenti delle parti politiche più moderate e responsabili, sia di destra che di sinistra, che, stante la riapertura della stagione venatoria al voto degli elettori, ancora cercano il nostro consenso". 

Ma il capolavoro appare poco più in là, quando afferma che "Qui il discorso, oltre che etico, si fa politico o, meglio, rivelatore della diversa strategia seguita dalle due anime delle Associazioni degli esuli: l'una, quella della Federazione, tutta rivolta ad accattivarsi i favori del mondo politico italiano (…); l'altra, quella delle cosiddette “Associazioni triestine”, tese ad accentuare la loro autonomia dai partiti politici, perché stanche di vuote promesse e di elemosine."

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