di MARINA NEMETH
TRIESTE Esulta il centro destra per la scelta del ministero dell'Istruzione di inserire fra le tracce del tema storico dell'esame di maturità la tragedia delle foibe. Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, si dice soddisfattissimo e parla di un «secolo breve alle spalle, di fatti e cose delle quali fino a pochi anni fa non si poteva parlare». Renzo Codarin, presidente della Federazione degli istriani, fiumani e dalmati, considera che la decisione è uno degli incredibili risultati dell'istituzione della Giornata del Ricordo, entrata ormai nella pelle della nazione. Il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, sottolinea, la «bella vittoria sulla strada della giustizia, della verità e della riconciliazione» e non manca di lanciare una frecciata alla Lega dicendo come «In giorni in cui qualcuno si permette di scherzare sul tema della Patria perduta, intonando a vanvera il ”Va pensiero”, è giusto dedicare questa notizia a quanti la Patria la persero realmente, ma non smisero mai di amarla e onorarla». Un'autentica svolta è per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori PdL, mentre secondo Alessandro Ciriani, presidente della provincia di Pordenone «cade finalmente un tabù dopo anni di reticenze e falsificazioni».
Il ricordo delle foibe fra i ragazzi chini sui banchi da Trieste a Palermo fa esultare anche il presidente dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth, quanto quello della Lega Nazionale, Paolo Sardos Albertini, che cita «i tanti decenni di vergognoso oblio». E il ministro Giorgia Meloni, afferma senza dubbio che, nei panni dei maturandi, avrebbe scelto questo argomento «capitolo così importante della nostra storia». Perfino il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sindaco di Roma, plaude alla decisione, «che contribuisce al fatto che le foibe non appartengono ad una memoria separata, ma ad una condivisa da parte di tutto il popolo italiano».
Perplessità da Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia di Trieste, per la quale la scelta segna «un riconoscimento positivo, ma è dubbio quanti studenti e insegnanti abbiano potuto affrontare un argomento così difficile». «Il problema – aggiunge la deputata Pd Tamara Blasina – è quanto nelle scuole si sia studiato in modo oggettivo questa parte della storia d'Italia, spesso viziata da polemiche e scontri».
Anche il deputato Pd Ettore Rosato, pur considerando «la traccia ministeriale di impegnativo valore simbolico», si chiede quanti studenti avranno avuto la possibilità di cimentarvisi. Una domanda che trova conferma nella percentuale di maturandi italiani che su questo tema di sono cimentati: circa lo 0,6 %. Forse ancora di più parla l'ultimo paragrafo dell'elaborato di un maturando, Giovanni Cominelli, che si è cimentato all'esame su questo argomento e pubblicato nel sito sussidiario.it. «Che cosa resta a me di queste tragedie? Intanto, nessuno a scuola ne ha parlato. Mi sono dovuto arrangiare. Osservo i miei compagni di fatica e d'esame. Tutti a scrivere sulle felicità. E mi chiedo: come si può parlare di felicità – che non sia quella fatua promessa dagli spot pubblicitari – senza fare i conti con la storia crudele e tragica del secolo che abbiamo alle spalle. Senza fare i conti con i dilemmi e gli interrogativi morali che essa pone alla coscienza contemporanea? Chi accompagnerà noi ragazzi in questo itinerario, se la scuola resta muta, se gli adulti parlano d'altro?».