L’umanità e la passione per la storia di Giuseppe Parlato

03.10.2025 – «La passione per il suo lavoro ed i progetti futuri cui continuava a pensare lo hanno tenuto in vita il più possibile»: inizia così il ricordo del professor Giuseppe Parlato esposto da sua moglie Giusy Ratti nell’ambito dell’incontro “Giuseppe Parlato. Il ricordo di una vita nei ricordi personali” organizzato dal Rotary Club Verona Est nella prestigiosa cornice del Teatrino della Casa Museo Palazzo Maffei giovedì 2 ottobre.

Non si è trattato di un convegno di studi in onore dell’autorevole accademico scomparso lo scorso 2 giugno, bensì di un momento in cui amici e colleghi, allievi e persone che avevano imparato ad apprezzarne la cultura, l’ironia e la splendida capacità espositiva si sono riunite per un ricordo condiviso a quattro mesi esatti dalla morte. Un siffatto incontro non poteva non cominciare con il ricordo della moglie appunto, la quale ha pure ricordato come si fossero conosciuti in gioventù, instaurando un’amicizia che si sarebbe poi conservata, basandosi su stima ed affetto, per poi sfociare nel matrimonio.

A coordinare gli interventi c’era il professor Davide Rossi dell’Università degli Studi di Trieste, il quale è stato stretto collaboratore di Parlato ed ha quindi potuto ben riferire con un filo di emozione della sua straordinaria umanità e delle sue passioni: «Giovannino Guareschi e Luigi Gedda, il promotore dei Comitati Civici che si rivelarono decisivi per la vittoria della DC alle elezioni del 1948, erano i suoi punti di riferimento. Piemontese trapiantato a Roma quando diventò allievo di Renzo De Felice, Parlato ricordava sempre con piacere le chiacchierate che aveva potuto fare con un altro padano come Gianni Brera»

Emerito di Storia contemporanea all’Università degli Studi Internazionali di Roma, Parlato aveva una capacità oratoria affascinante: «Ricorderò sempre le lunghissime serate passate ad ascoltare incantato la sua brillante conoscenza della storia del Novecento – ha aggiunto Massimiliano Tita, Presidente del Rotary Club Verona Est – Era anche un’eccellente guida enogastronomica, ma possiamo dire che non abbia mai lavorato un giorno in vita sua , talmente tanto amava e riversava passione in quello che era il suo lavoro».

E tale incontenibile passione per la storia è emersa anche in quello che è stato uno dei suoi ultimi impegni: «Parlato ha presieduto il Comitato scientifico della Mostra degli Esuli Dalmati Istriani e Fiumani che verrà presto inaugurata al Vittoriano – ha evidenziato Rossi – Nei primi mesi dell’anno ha sostenuto faticose sessioni di lavoro in riunioni da remoto con estrema lucidità, dando alla mostra una qualità ed una chiarezza espositiva che senza di lui difficilmente avremmo raggiunto»

Parlato è stato anche Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, incarico che adesso ha assunto il professor Andrea Ungari, il quale ha ribadito la capacità aggregativa che Parlato aveva e grazie a cui la Fondazione aveva ampliato collaborazioni ed eventi: «Mi mancano le nostre telefonate quotidiane in cui spaziavamo dal lavoro ai rapporti umani, ma sono certo che soltanto tra qualche anno ci renderemo effettivamente conto della sua mancanza e dell’importanza del suo contributo scientifico»

Questa capacità aggregativa aveva condotto Parlato a sviluppare tante collaborazioni, una delle quali con la Commissione per la Storia e l’Identità Professionale dell’Ordine degli Avvocati di Verona, rappresentata al tavolo dei relatori dall’avvocato Alessandro Rigoli: «Scoprimmo casualmente una sera di condividere la passione per Guareschi e questo contribuì a creare un rapporto umano che andò oltre l’organizzazione di convegni e di pubblicazioni realizzati dalla commissione sotto la sua sapiente guida scientifica. Come si diceva una volta: era una persona per bene»

Sulle pagine degli Annali della Fondazione Spirito De Felice anni fa scrisse anche l’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli, il cui Capo della Segreteria Tecnica Emanuele Merlino è intervenuto non solo per celebrare un grande uomo di cultura, ma anche ricordare «la naturalezza e la spontaneità con cui si era instaurato un rapporto di amicizia, a partire da un convegno dedicato all’italianità in Istria, durante il quale ebbi modo di scoprirne le doti umane e l’entusiasmo patriottico con cui Parlato si dedicava alla storia del confine orientale».

«Parlato è stato anche un grande giornalista politico: i suoi fondi e le interviste che ha rilasciato all’Arena di Verona hanno affascinato i nostri lettori che ne hanno apprezzato la cura per il dettaglio storico e la capacità di esporre aneddoti come se fossero favole» ha quindi aggiunto il direttore della testata veronese Massimo Mamoli, il quale ha inoltre ricordato una conferenza tenuta da Parlato a Verona in cui affrontò in maniera straordinaria e coinvolgente l’80° anniversario della caduta del fascismo.

Una prima veloce ricerca sul sistema bibliotecario nazionale riconduce a Parlato 102 titoli tra monografie e saggi comparsi in pubblicazioni collettanee, a partire dal 1982: un dato che testimonia una produzione scientifica impressionante e che è stato illustrato dalla professoressa Federica Formiga, la quale ha anche portato un esempio della passione che Parlato metteva in tutto quel che faceva: «Una sera facemmo le 4 di mattina nella hall dell’albergo in cui soggiornava a Verona correggendo le bozze di una mia ricerca sui manifesti di propaganda della Prima guerra mondiale. Gli brillarono gli occhi quando ebbe l’illuminazione del titolo “Anche le parole sono armi”. Quando finimmo si accese un sigaro e mi chiese dove potevamo andare a berci una grappa».

Sull’interesse di Parlato per la storia della frontiera adriatica è poi tornato il Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani fiumani e dalmati Renzo Codarin: «La sua passione per queste pagine di storia nazionale nasceva dall’impresa fiumana di d’Annunzio ed ha poi abbracciato tutta la nostra vicenda. È stato un antesignano nell’apertura dei rapporti con le comunità degli italiani in Slovenia e Croazia, quando tra noi esuli c’era ancora diffidenza nei confronti dei cosiddetti “rimasti”. Il suo generoso contributo è stato fondamentale per sviluppare tante attività formative per i docenti, in primis le Linee guida per la didattica della frontiera adriatica licenziate dal Ministero dell’Istruzione».

E a proposito di storia adriatica, una delle sue ultime iniziative in tale ambito è stata la lezione teatrale tenuta insieme a Davide Rossi dedicata alle giornate del novembre 1953 in cui sei triestini morirono nelle manifestazioni per il ritorno dell’Italia nel capoluogo giuliano: regista di questo progetto culturale è stato Paolo Valerio, direttore del Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che ha partecipato all’incontro attraverso un video in cui ha riportato alcuni passaggi di quello spettacolo. Rivedere la passione con cui Parlato si approcciava alla storia, la chiarezza con cui esponeva concetti complessi e la sapienza con cui inseriva aneddoti per ravvivare l’esposizione al momento giusto, ha rappresentato un finale commovente per molte delle persone che avevano riempito la sala.

Lorenzo Salimbeni

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