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Lubiana: sì a mediazione UE ma con condizioni (Il Piccolo 15 mag)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Il governo sloveno ha deciso ieri di accettare la proposta di mediazione avanzata dall’Unione europea sul contenzioso confinario con la Croazia. Tutto risolto, dunque? Niente affatto. Perché il documento che oggi Lubiana farà pervenire alla Commissione di Bruxelles (il 15 maggio era il termine ultimo) contiene molti «ma» e numerosi distinguo rispetto a quanto preventivato dall’intervento diplomatico messo a punto dal commissario all’Allargamento, Olli Rehn.

Il testo del documento sloveno non è stato reso noto ma alcune indiscrezioni spiegano che le principali obiezioni di Lubiana – che accolgono non solo le posizioni dei partiti di governo di centrosinistra, ma anche dalla principale forza di opposizione, il partito democratico sloveno guidato dall’ex primo ministro Janez Jansa, astenuti i Popolari e il Partito nazionale sloveno (estrema destra) – che sarebbero più di cinque, chiedono che l’arbitrato comunitario ponga fine contemporaneamente ai problemi irrisolti sia per quanto riguarda i confini marittimi (leggi golfo di Pirano), sia quelli terrestri (soprattutto nell’area verso l’Ungheria nel nome dei princìpi internazionali. «Metodologia operativa» quest’ultima non prevista nel documento Rehn in cui si separa altresì il tema del «limes» marittimo da quello terrestre.

I «ma» sloveni però non finiscono qui. Lubiana, infatti, si dice disposta a dare «semaforo verde» al proseguimento delle trattative croate di adesione all’Unione europea solo e soltanto dopo che il futuro e futuribile accordo sarà stato ratificato dai Parlamenti dei due Paesi. Quindi nessuno sconto, nè abbattimento del veto all’emissione della sentenza dell’eventuale arbitrato comunitario.

Pronta la risposta della Croazia. Il primo ministro, Ivo Sanader in visita a Gospic, ha dichiarato che «la leadership slovena sta attuando una politica sbagliata». «La Croazia non accetterà la filosofia del ricatto di Lubiana nei confronti dell’ingresso di Zagabria nell’Ue». «La Slovenia è entrata nell’Ue – ha concluso – e così farà anche la Croazia e per fare ciò non è disposta a svendere neppure un centimetro della propria terra». A questo punto sarà molto difficile che il commissario Rehn riesca a riannodare i fili del dialogo.

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