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L’identità cancellata (la Voce Nuova 08 feb)

Lauretta Vignaga

ROVIGO – L’odio razziale ritorna con prepotenza alla ribalta ogni anno in occasione della ‘‘Giornata della memoria’ e del ‘Giorno del ricordo’. Una data, quest’ultima, istituita solo da pochi anni perché, per lunghissimo tempo, l’ignavia politica nazionale ha preferito ignorare il sacrificio della minoranza italiana che in Istria e Dalmazia difendeva le proprie radici venete.

Italiani che abitavano su terre di lunga tradizione latina e veneziana, che mantenevano desta la cultura e la legislazione italiana, costretti a fuggire, perseguitati, massacrati e uccisi cancellando ogni loro traccia. Una sorte capitata anche a molti maestri che il governo fascista aveva inviato in terra slava per tenere vivi i legami tra Italia e i Comuni dalmati di amministrazione italiana.

Di questo capitolo di storia, ignorato e sconosciuto dalla gente, si sono sfogliate alcune pagine ieri mattina in Archivio di Stato a Rovigo, in occasione del‘Giorno del ricordo’, ricorrenza datata 10 febbraio. Si è voluto mettere a fuoco il ruolo e le vicissitudini degli insegnanti che operavano in Dalmazia rintracciando la storia dolorosa di uno di loro: Severino Scarabello, scomparso nell’agosto del ’43 senza che nessuno ne sapesse più nulla. Di lui sono rimaste le lettere scritte alla moglie Aurelia, rimasta in Italia, che lo ha aspettato per il resto della vita. E l’amore cocciuto della nipote, Eleonora Scarabello, che ha riunito le lettere in un libro che presenta anche una ricostruzione dei tragici eventi degli anni dal ‘41 al ’43.

E’ stato il relatore della mattinata, Carlo Cetteo Cipriani, tesoriere della ‘Società dalmata di storia patria’ di Roma, ex responsabile dell’archivio storico dell’Aereonautica militare e autore di varie pubblicazioni di storia militare e della Dalmazia  cui si è rivolta per sostegno Eleonora Scarabello, a mettere insieme le tessere del mosaico, seguendo il filo degli eventi tra Italia e Dalmazia a partire dalla fine dell’Ottocento. “In quel periodo, che assiste al consolidarsi dello stato italiano, comincia a deteriorarsi la situazione in Istria e Dalmazia tra minoranze slave e croate e la popolazione di tradizione e cultura veneziana” – inizia a spiegare Carlo Cipriani. “Dopo la prima guerra mondiale iniziano le persecuzioni a causa del risvegliarsi del sentimento nazionalista dei croati che dall’interno erano confluiti verso la costa superando per numero la gente di radici venete, Il trattato di Rapallo del 1920 assegna alla Iugoslavia quasi tutta la Dalmazia, con l’eccezione di Zara. Si comincia con il sostituire la lingua italiana con il croato in tutti gli atti pubblici.  

L’entrata in guerra dell’Italia contro la Iugoslavia nel 1941, accentua il clima di odio. L’alleanza con la Germania permette all’Italia di riappropriarsi di una parte della costa dalmata con la città di Spalato e le Bocche di Cattaro. Si deve riconfermare l’italianità dei luoghi e a questo devono provvedere i maestri che, grazie ad incentivi economici, accettano di trasferirsi” – continua il relatore.

Tra i maestri che si spostano in Iugoslavia c’è Severino Scarabello. La situazione precipita nel 1943 con le rappresaglie dei partigiani di Tito. I maestri cercano di rientrare in patria nonostante l’opposizione del governo in patria. La situazione precipita con l’armistizio che l’Italia firma con gli stati Uniti l’otto settembre 1943. Severino Scarabello, però, è già stato rapito e di lui non se ne saprà più nulla. Il resto è cronaca di perquisizioni, violenze, fucilazioni, di cui si saprà solo con l’apertura delle fosse comuni, con le ricerche nelle foibe.

La lettura di alcune lettere scritte dal maestro nei due anni trascorsi lontano dalla famiglia, riunite nel libro ‘Vedessi, Aurelia, che serata’. Lettere da Zirona Piccola del maestro Severino Scarabello, proposta da Enrico Bettarello e introdotta da Francesca Pivirotto, hanno emozionato per la dolcezza dei sentimenti, la nostalgia e la forza d’animo dell’autore.

La mattinata è stata coordinata da Lorenzo Maggi e introdotta dai rappresentanti delle istituzioni di Comune e Provincia.

 

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