20 settembre 1880, decennale della Breccia di Porta Pia, attraverso cui i Bersaglieri entrarono a Roma, che così poteva assurgere al rango di Capitale d’Italia, benché al di fuori del Regno d’Italia vi fossero ancora comunità di italiani sotto dominazione dell’Impero austro-ungarico. In questi ambiti si andava tuttavia diffondendo l’irredentismo, il movimento politico che auspicava il completamento del percorso di unificazione nazionale e nella cittadina di Capodistria le rivendicazioni di italianità erano sempre più patrimonio diffuso della popolazione. E proprio a Capodistria quel 20 settembre 1880 nacque Nazario Sauro, che dell’irredentismo, della lotta per l’italianità dell’Adriatico orientale e per la libertà dei popoli oppressi sarebbe stato protagonista e martire.
Per commemorare il suo genetliaco, in quest’anno di celebrazioni sauriane che intercorrono dal centenario dell’impiccagione (10 agosto 1916 – 2016) al prossimo 10 agosto 2017, hanno avuto luogo quattro appuntamenti di rilievo a Trieste.
Proprio martedì 20 settembre l’Unione degli Istriani ha inaugurato negli ambienti del Consiglio Regionale in Piazza Oberdan una mostra fotografica dedicata all’illustre capodistriano e visitabile fino al 30 settembre. L’esposizione ripercorre la vita della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria dalla gioventù alle vicende belliche passando per la sua maturazione irredentista, ma vi sono due cimeli di particolare interesse. In primis l’epigrafe recuperata dall’incuria che si trovava presso il convitto “Nazario Sauro” di Trieste e che è copia fedele della targa che decorava la casa natale di Sauro a Capodistria, da cui fu divelta e distrutta durante una delle prime manifestazioni anti-italiane promosse dalle forze jugoslave di occupazione nel maggio ’45. Compare poi una copia della statua bronzea del glorioso marinaio facente parte dell’imponente complesso monumentale inaugurato a Capodistria nel 1935: usato dapprima come appoggio per la contraerea dalle truppe tedesche della Zona di Operazioni Litorale Adriatico, questo monumento sarebbe poi stato definitivamente demolito dalle autorità jugoslave, che fusero le statue bronzee raffiguranti Sauro e la madre nel momento del terribile confronto in tribunale a Pola. Grazie all’interessamento dello scultore Attilio Selva, autore dell’originale, nel 1968 fu possibile recuperare il calco che raffigurava il busto di Sauro e forgiare un nuovo piccolo monumento che ha impreziosito il già ricordato convitto dell’Opera Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati poi diventato Centro Regionale di Produzioni Televisive del Friuli Venezia Giulia.
L’indomani presso la libreria Ubik in Galleria Tergesteo l’Ammiraglio Romano Sauro, nipote di Nazario, ha presentato la nuova edizione aggiornata del volume redatto con il supporto del figlio Francesco “Nazario Sauro. Storia di un marinaio”, edito da La Musa Talia: assieme a lui il brillante ricercatore storico Kristjan Knez, Presidente della Società di Studi Storici e Geografici di Pirano, e la giornalista Rosanna Turcinovich a fare da moderatrice. Il discendente del martire irredentista ha spiegato che il ciclo di presentazioni delle prime edizioni della biografia da lui redatta gli ha consentito di raccogliere ulteriori spunti e documenti grazie ai quali impreziosire il volume, a partire da risvolti intimistici inerenti il rapporto tra Nazario e la moglie Nina, avversato dalla famiglia di lei sia per motivazioni politiche (austriacanti contro un noto irredentista) che “professionali” (la nomea di infedeltà coniugale che accompagnava i marinai). In questa nuova edizione del libro emergerà così in maniera ancora più netta l’aspetto intimistico del Tenente di Vascello, la cui memoria risulta particolarmente cara per gli abruzzesi della Marsica, devastata da un terremoto nel gennaio 1915: tra i primi soccorritori vi fu, infatti, un drappello di esfiltrati irredentisti capeggiati da Sauro, così come in Albania c’è ancora memoria del supporto fornito agli insorti antiottomani nell’anteguerra.
Knez si è invece soffermato sulle alterne vicende che hanno accompagnato la memorialistica dedicata a Nazario Sauro: già prima della fine del 1918 il Consiglio comunale di Capodistria redenta annoverava la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria nel pantheon dei capodistriani devoti alla causa nazionale, il Fascismo usò e abusò la sua figura nel contesto della “Vittoria mutilata” e l’inaugurazione dell’imponente ed articolato monumento il 9 giugno 1935 alla presenza di re Vittorio Emanuele III rappresentò l’apogeo della sua celebrazione. D’altro canto Capodistria era stata una fucina di irredentisti e la figura di Sauro, uomo d’azione con la battuta pronta, sarebbe stata pesantemente osteggiata dal regime jugoslavo, il quale si adoperò per occultare le sue vestigia nella cittadina istroveneta.
Giovedì 22 settembre presso l’Auditorium Revoltella è andato, invece, in scena a cura del Comitato Onoranze a Nazario Sauro lo spettacolo “Io, Nazario Sauro”, monologo di Francesco Cevaro, giovane attore friulano che da quasi due anni porta in scena la rappresentazione di quella che è stata l’ultima ora di vita del martire irredentista nel carcere di Pola. Ritmo incalzante, precisione storica e passione nell’interpretazione caratterizzano questa rappresentazione teatrale che restituisce allo spettatore la dimensione umana di Nazario. Il suo carattere salace, la maturazione patriottica, la sensibilità sociale e l’amore per la famiglia emergono in una trama che avvince anche chi si presenta a digiuno di conoscenze sulla vicenda e la chiarezza espositiva ne fa uno strumento divulgativo prezioso soprattutto nei confronti degli studenti.
A suggello di questa settimana di grandi eventi dedicati al patriota capodistriano, Romano Sauro ha presentato presso la Lega Navale di Trieste il suo giro velico intitolato “Sauro 100 – Un viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia”, finalizzato a compiere il periplo dello Stivale, dedicando alcune tappe pure alla costa adriatica orientale (Corfù, Durazzo, Cattaro e alcuni porti istriani e dalmati: Lussinpiccolo, Abbazia, Pola, Rovigno, Parenzo e Capodistria), sulle orme delle imprese marinaresche dell’illustre antenato. Partenza il 4 ottobre da Sanremo: ogni tappa consentirà al Galiola III, il 32 piedi di proprietà dell’Ammiraglio, di sbarcare ed imbarcare membri dell’equipaggio che vorranno condividere parte del tragitto. Si presenta già fitto il programma collaterale di incontri culturali dedicati alla presentazione della nuova edizione del libro di cui sopra, ovvero a presentare presso scuole ed associazioni culturali i temi legati alla Prima guerra mondiale nell’Adriatico (l’iniziativa è stata accreditata tra i progetti rientranti nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale) nonché la figura a tutto tondo dell’irredentista capodistriano. Gran finale a Trieste il 4 ottobre 2018, in concomitanza con le manifestazioni legate alla 50a edizione della Barcolana e nell’imminenza del centenario della fine della Grande Guerra.
Lorenzo Salimbeni