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Libero – 311007 – D’Alema ferma il francobollo su Fiume italiana

Era già tutto pronto. C'era il francobollo e il bollettino
illustrativo,l'annullo speciale della filatelia e la sala per la
presentazione ufficiale. Poi, all'ultimo minuto, è arrivato il più classico
dei "contrordine compagni": cerimonia annullata. Tutto rinviato a data da
destinarsi.

La decisione di fare un francobollo in memoria della città di Fiume, resa
famosa dall'impresa di D'Annunzio, risale ai tempi del governo Berlu-sconi.
Ora, finalmente, il progetto stava per essere realizzato. Le Poste avevano
prepara­to l'affrancatura (con l'immagine della fac­ciata del palazzo del
Governatore) e fissato l'emissione per il 30 ottobre. Ma ieri, in extremis,
è arrivato lo stop. Ufficializzato da uno scarno comunicato delle Poste. La
decisione di differire l'uscita del francobollo, si legge in una nota del
gruppo, «è stata assunta su richiesta del ministro delle Comunicazioni, dopo
la segnalazione del ministero degli Affari Esteri, per una valutazone
ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione
filatelica».

Il problema, nascosto dietro al linguaggio burocratico, sarebbero le
proteste dei croati, che sembra non abbiano gradito l'iniziativa e in
particolare la scritta sul francobollo dove Fiume viene definita «terra
orientale giàitaliana». Sembrapure che secondo i croati l'emissione avrebbe
potuto influenzare le loro elezioni politiche in programma per il 25
novembre. Il rinvio a un «momento più opportuno», in pratica, sarebbe
riferito alla necessità di non condizionare il voto di un paese straniero.

Questa spiegazione, però, non convince gli esuli, che ieri erano accorsi a
Milano per festeggiare il loro francobollo. «Sapevamo che c'erano delle
perplessità croate», com­menta Guido Brazzoduro, presidente
dell'Associazione libero comune di Fiume in esilio, «ma bloccare tutto
proprio la mattina dell'emissione è disdicevole». «C'era gente da Roma,
Genova, Verona e tante altre città», aggiunge, «e non è venuto nessuno
neanche a chiedere scusa». «Per gli esuli è l'ennesima delusione», attacca
Roberto Predolin, dell'esecutivo nazionale dell'Associazione Venezia Giulia
e Dalmazia. «Mi auguro che il progetto non sia abbandonato», aggiunge, «ma
già il rinvio è una cosa grave e una mancanza di rispetto verso gente che ha
sofferto abbastanza». Proteste e iniziative sono arrivate anche dalla
politica. Maurizio Gasparri e Roberto Menia, di Alleanza nazionale, hanno
presentato un'interrogazione a Gentiloni e D'Alema per chiedere «quali siano
i reali motivi del ritiro», mentre Carlo Fidanza, capogruppo di An al Comune
di Milano, si appella alla Moratti perché nel capoluogo lombardo sia
dedicata una piazza alla città di Fiume. «Se il governo batte in ritirata»,
commenta, «tocca a noi fare qualcosa per difendere una parte importante
della memoria storica del nostro Paese».

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