09.07.2025 – La Risoluzione del Parlamento europeo dell’ 8 luglio 2025 sulla preservazione della memoria delle vittime del dopoguerra comunista in Slovenia ha non solo recepito una petizione promossa dallo storico sloveno Mitja Ferenc, approvata dalla Commissione permanente per le petizioni del Parlamento europeo e portata in aula dalla deputata del Partito popolare europeo Romana Tomc. Si è trattato di un documento che si è posto in continuità con la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa, in cui sostanzialmente i crimini del comunismo venivano equiparati a quelli del nazismo.
Il voto è stato tutt’altro che unanime, essendosi le formazioni di sinistra espresse in maniera contraria, dopo aver invano chiesto il rinvio della discussione. Da una lato c’è stata la solidarietà politica verso il governo di centrosinistra di Lubiana che aveva abolito nel 2023 la Giornata nazionale di commemorazione delle vittime del comunismo (17 maggio) introdotta l’anno precedente dall’esecutivo di centrodestra agli sgoccioli. Dall’altro rimane quella riserva mentale che ricorda Tito come il leader dei paesi non allineati, il comunista che si defilò da Stalin e si avvicinò alle potenze occidentali, il satrapo che organizzava a Brioni i ricevimenti per le star di Hollywood, ignorando la dittatura che vigeva in Jugoslavia e le cruente fondamenta su cui si basava. Non solo le stragi delle foibe, ma anche le eliminazioni di massa degli oppositori al nascente regime consumatesi in Slovenia e Croazia nella primavera 1945 e nell’immediato dopoguerra.

La Slovenia è stato uno dei primi Stati successori della Jugoslavia ad adoperarsi per far luce sui crimini di Tito, istituendo una commissione governativa per l’individuazione di sepolture e fosse comuni in cui erano state sepolte le vittime della repressione. Rinvenimenti agghiaccianti (come la cosiddetta foiba dei ragazzi) e riesumazioni di cadaveri inoppugnabili assieme al lavoro di una storiografia nazionale sensibile all’argomento, che ha potuto vagliare fonti archivistiche degli apparati titoisti, hanno rappresentato la base su cui costruire una Giornata nazionale di commemorazione e per consentire al Parlamento europeo di esprimersi favorevolmente al suo ripristino.
Dopo l’adozione della risoluzione la proponente ha dichiarato che si è trattato di «una votazione sulla verità e sulla dignità, non solo per le vittime del comunismo in Slovenia, ma anche in senso più ampio». È stata critica verso i gruppi politici di centro-sinistra, accusandoli di «politicizzare la sepoltura dignitosa delle vittime del comunismo e di sostenere doppi standard nei confronti di chi ha commesso crimini». La risoluzione resterà nella storia, e la sinistra in Slovenia dovrà accettarlo ha aggiunto Tomc [Radio Capodistria, 09.07.2025]. [LS]
