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L’Europa manda gli ispettori a Lubiana – 02ott13

L’Unione europea manda gli ispettori in Slovenia. Con un tempismo perfetto la Commissione Ue, esattamente il giorno dopo l’approvazione della legge di stabilità 2014-2015 da parte del governo Bratušek, invia un proprio pool di funzionari assieme a un gruppo di ispettori della Bce a verificare quanto fatto da Lubiana a fronte delle nove richieste formulate dalla Commissione stessa lo scorso maggio. In quella occasione Bruxelles aveva dato quattro mesi di tempo alla Slovenia per rimettere i suoi conti in ordine e stabilizzare i suoi dati macroeconomici “graziando” così di fatto Lubiana del provvedimento di infrazione.

«È una missione tecnica – precisano dalla Commissione Ue – che fa parte di un processo e non è connessa alle voci di una richiesta di aiuto all’Europa da parte della Slovenia». Ricordiamo che l’Europa ha chiesto a Lubiana di provvedere al ribilanciamento dei propri dati macroeconomici, aggiustare i bilanci delle banche, attuare una concreta privatizzazione, trovare una soluzione al super indebitamento delle proprie aziende, proseguire nel consolidamento delle finanze pubbliche, migliorare la concorrenzialità, riformare il sistema pensionistico e il mercato del lavoro nonché migliorare il sistema giudiziario per quanto riguarda l’eccessiva lentezza delle sentenze civili e commerciali di primo grado.

E adesso è giunto il momento, per la Commissione Ue e la Bce, di controllare se “i compiti a casa” affidati al governo sloveno sono stati svolti correttamente. E per vedere qual è la reale situazione della Slovenia basta leggere gli ultimi dati appena emessi dall’Ufficio nazionale per le elaborazioni statistiche. Nel primo semestre di quest’anno la Slovenia ha ricapitalizzato le proprie banche per un totale di 441 milioni di euro. Tale iniezione di liquidità negli istituti bancari ha comportato un deficit del 10,1% nel primo trimestre e del 4,7% nel secondo.

Il debito pubblico sloveno a fine del primo trimestre è stato di 19,1 miliardi di euro per un ammontare del 54,8% del Pil. Gli introiti dalle imposte e dalla tassazione nel secondo semestre dell’anno in corso sono cresciuti del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le uscite dalle casse dello stato per coprire gli interessi dall’indebitamento nel primo semestre sono state calcolate in 428 milioni di euro ovvero l’11,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Ufficio di analisi macroeconomica e sviluppo (Umar) fa sapere invece che il Pil nel 2014 farà segnare un -0,8% mentre una leggera crescita è prevista per il 2015 (+0,4%).

Così appare del tutto giustificata la critica mossa da molti analisti economici sloveni alla legge di stabilità predisposta dal governo definita «del tutto ottimistica». Pesanti anche le critiche dell’opposizione. «Con questa legge di bilancio – afferma il leader dei democratici (Sds) ed ex premier Janez Janša (centrodestra) – la Slovenia ha definitivamente abdicato alla sua scelta di risolvere la crisi senza chiedere aiuti». «Per questo – incalza ancora Janša – consigliamo il governo di riconoscere quanto prima la propria incapacità di risolvere da solo i problemi del Paese e di chiedere quanto prima un aiuto alle istituzioni internazionali».

L’ex premier sostiene inoltre che anche i governi degli altri Paesi in gravi difficoltà continuavano a ripetere di non necessitare degli aiuti internazionali come la Grecia o Cipro. «Ecco – precisa pungente Janša – la situazione slovena è a mezza via tra quelle di Atene e di Nicosia». La vera palla al piede della Slovenia è la pesante crisi del sistema creditizio. Gli esiti degli stress test che si stanno effettuando sulle tre principali banche del Paese (Nova Ljubljanska Banka, Nova Kreditna Banka Maribor e Abanka) saranno noti i primo di novembre ma appare sempre più chiaro che l’operazione salvataggio avrà bisogno di 5 miliardi di euro. Dove trovarli?

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 2 ottobre 2013

 

 

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