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Lega Nazionale: via le stelle rosse da Trieste (Il Piccolo 27 mar)

di PIERO RAUBER

Se perfino da Lubiana si leva una voce, quella dell’ex premier Janez Jansa, che propone la rimozione in Slovenia dei monumenti a Tito, allora è arrivato il momento di ripulire il territorio triestino, a cominciare dall’altipiano, da «stelle rosse, lapidi e intitolazioni inneggianti all’occupazione jugoslava: sarebbe un segno di rispetto nei confronti di tutte le vittime del titoismo, tanto italiane quanto slovene». Non stringe nel pugno alcuna lista nera, il presidente della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini, «perché non spetta a me svolgere un ruolo istruttorio». Su due piedi, quello sì, ricorda che c’è una scuola «1 maj ’45».

E in effetti si chiama così l’istituto elementare di Sgonico. Le due pagine che stringe nel pugno, invece, riguardano il contenuto di una lettera, inviata 48 ore fa su carta intestata della Lega Nazionale ai sei sindaci della provincia giuliana. Obiettivo: rilanciare l’appello di dicembre, in realtà poco pubblicizzato e rimasto senza repliche, affinché i primi cittadini censiscano e rimuovano questa «apologia, perché non è possibile rendere omaggio alle vittime di foibe ed esodo, come sancito dalla legge sul Giorno del Ricordo, e contemporaneamente agli autori di tali crimini». «Ho fiducia – si sbilancia Sardos Albertini – perché i nostalgici di Tito sono quattro patetici necrofili. Mi rifiuto di pensare che la comunità slovena di Trieste sia rappresentata, ad esempio, da Samo Pahor. Gli orientamenti della senatrice Tamara Blazina credo abbiano molto più seguito che una stella rossa attaccata sul frontino di un bimbo inconsapevole a Corgnale».

Il fresco rilancio di quest’appello è stato incoraggiato dall’uscita i Jansa, che ha proposto di «rimuovere in Slovenia intitolazioni a Tito e Kardelj in quanto ”erano tra i fautori principali” delle esecuzioni sommarie sul territorio sloveno dopo la fine della seconda guerra mondiale». «Le parole dell’ex premier – incalza il presidente della Lega Nazionale – sono la conferma che italiani e sloveni sono stati tutti vittime della stessa identica violenza in nome del regime comunista, farlo passare per conflitto etnico è un modo per opporsi al rafforzamento di rapporti positivi tra le etnie stesse». Quanto alla risposta a Jansa arrivata dal Capo di Stato sloveno Danilo Turk, secondo cui Tito «è stato un importante e complesso personaggio che si è riservato uno spazio di rilievo della storia in generale e in quella del popolo sloveno in particolare», Sardos Albertini è lapidario: «La storia politica di Turk non è di certo di contestazione nei confronti del titoismo».

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