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Le reazioni su Dipiazza a Lubiana (Il Piccolo 05 set)

di MADDALENA REBECCA

La rabbia degli ex An, l’imbarazzo dei forzisti, l’insofferenza della Lega. In un colpo solo Roberto Dipiazza è riuscito ad irritare praticamente tutte le anime della sua maggioranza. Anime che non hanno gradito il flirt con il candidato sindaco di Lubiana Zoran Jankovic («un ex comunista» puntualizza Menia») e, ancor meno, le parole pronunciate oltreconfine per sostenerlo. A cominciare dal riferimento «all’assalto delle squadracce fasciste al Narodni Dom nel 1920, che ha dato inizio alle persecuzioni contro gli sloveni in Italia».

«Dipiazza ha l’abitudine di cambiare versione a seconda del pubblico che lo ascolta – commenta Roberto Menia -. Dice cioè le cose che l’uditorio di turno vuol sentirsi dire. Fa un po’ specie, poi, vedere un campione del centrodestra andare a sostenere un sindaco ex comunista. Un comportamento simile ce lo saremmo aspettati dal primo Dipiazza, non certo dal politico maturo di oggi. Gli do quindi un consiglio: lui è apprezzato per la sua concretezza, d’ora in poi si concentri su strade e opere pubbliche e lasci stare la storia. E smetta anche di tirare fuori il vecchio ritornello della sfiducia nei partiti. Dipiazza, eletto con Forza Italia, non è piovuto dal cielo ma fa parte di questa logica. Prima di criticare i partiti – conclude Menia -, e prima di peccare di presunzione affermando che il prossimo sindaco non sarà alla sua altezza, farebbe meglio a ”registrarsi” e a ricordare che nessuno, in politica, è indispensabile».

Un chiaro riferimento alle ambizioni manifestate da Dipiazza che, dopo l’esperienza in Comune, si vedrebbe bene nel ruolo di sottosegretario. «Aspirazione legittima, bisogna vedere però se ci riesce – aggiunge Paris Lippi -. Certo è che se Dipiazza conta di centrare l’obiettivo con parole come quelle pronunciate a Lubiana, beh forse ha bisogno di un promoter che gli spieghi meglio le cose. Mi sembra che le lezioni di storia tenute dal sindaco oltreconfine contrastino con quelle sostenute alle manifestazioni degli esuli. Mi aspetto quindi una rapida smentita, visto che il centrodestra, quando va a raccogliere voti, lo fa proprio sulla base di questa storia».

Ancora più dura la condanna del capogruppo di An-Pdl in consiglio comunale. «È una vergogna – tuona Antonio Lippolis -. Dipiazza non può andare a Lubiana, salire su un palco, calarsi le braghe e umiliare un popolo intero. A meno che non aspiri al Nobel per la pace, la scelta di parlare in sloveno e tirare la volata ai candidati dello schieramento opposto è inaccettabile. Ha tradito la sua maggioranza e i suoi elettori, vedremo se avrà il pudore di dare spiegazioni».

All’indignazione degli ex An, fa da contraltare l’evidente imbarazzo di Forza Italia. Al sindaco non arriva infatti nè la solidarietà del capogruppo azzurro in Comune Piero Camber, ieri irrintracciabile nonostante i numerosi tentativi telefonici, nè l’appoggio del coordinatore provinciale del Pdl. «Quelle fatte a Lubiana – taglia corto Sandra Savino – sono tutte e solo considerazioni personali del signor Dipiazza». Un modo chiaro per prendere le distanze e tentare di arginare eventuali danni d’immagine alla coalizione.

Gli stessi evocati dal Carroccio, pronto a chiedere la testa del sindaco. «Le incomprensioni con la maggioranza sono continue – osserva il capogruppo in consiglio comunale Maurizio Ferrara -. E visto che è meglio separarsi da amici piuttosto che divorziare per sempre, penso sia venuto il momento di chiedere a Dipiazza di fare un passo indietro e di lasciare spazio al suo successore».

Successore che, a sentire quanto dichiarato dal sindaco in Slovenia, non potrà assolutamente essere espressione della Lega. «Strano che lo dica Dipiazza, fino a poco tempo fa favorevole ad un candidato leghista – replica il segretario provinciale del Carroccio Massimiliano Fedriga -. Lui comunque non decide nulla: sono le segreterie di partito ad indicare i nomi».

Segreterie dalle quali, secondo Un’Altra Trieste, il primo cittadino sta chiaramente tentando di smarcarsi. «È politicamente significativa l’autocandidatura a ruoli di governo che sembra quasi prefigurare una sostituzione di Menia – commentano i Bandelliani -. Dipiazza si prepara a diventare una mina vagante, pronta a mettere in discussione i già fragili equilibri interni alla maggioranza».

Chi, ovviamente, gongola di fronte a tali tensioni è il centrosinistra, lieto di poter approfittare del caso. «Che Dipiazza si sia sempre impegnato per rafforzare i rapporti con la Slovenia è risaputo – commenta il deputato del Pd Ettore Rosato -. Con un altro sindaco del suo schieramento questo non sarebbe accaduto. Si è dimostrato un generoso, non so se altri, nel centrodestra, saranno altrettanto generosi con lui. Temo che andrà incontro a qualche delusione». «Dipiazza ha continuato il percorso della riconciliazione intrapreso da Illy – aggiunge il consigliere comunale del Pd Alessandro Carmi -. Se poi lui stesso teme che il suo successore del Pdl non riuscirà a continuare tale politica di apertura, il segnale per i triestini è chiaro». Ma c’è anche chi, come il capogruppo Fabio Omero, sposta l’attenzione sugli accenni di Dipiazza a Prg e Piano del traffico: «Dopo aver fatto una brutta figura sul primo, il sindaco annuncia la rapida approvazione del secondo. Un annuncio impudente e insensato, visto che la buona pratica amministrativa richiederebbe prima la definizione delle strategie di sviluppo del territorio e poi la progettazione della mobilità».

 

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