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Le goriziane deportate, nel nuovo libro di Pansa (Mess. Veneto 01 ott)

La tragedia della città occupata dai titini: i 36 nomi di giovani e anziane scomparse Esce “I vinti non dimenticano”, nuovo libro di Giampaolo Pansa sulla guerra civile

di GIAMPAOLO PANSA 

Nuovo libro di Giampaolo Pansa, I vinti non dimenticano (Rizzoli , 462 pagine – 19,50 euro), in libreria dal 6 ottobre. Ne presentiano un estratto relativo alle 36 deportate goriziane nei giorni tragici dell’invasione titina.

La prima donna che incontriamo è Carolina Bellincar, aveva 36 anni ed era un’impiegata. Venne rapita e deportata il 3 maggio. Di lei non si seppe più nulla (…). La seconda era Liana Lucinda Benaglia, 23 anni, nata a Trento, anche lei impiegata. Fu deportata in Jugoslavia il 24 maggio 1945. Era riuscita a inviare qualche notizia da un campo di lavoro forzato a Lubiana, poco prima del Natale di quell’anno. Poi più nulla. La terza era una donna di 53 anni, Augusta Brecelj, nata a Salcano di Gorizia. Forse era una semplice casalinga. Fu arrestata nei pressi di Moncorona di Gorizia il 17 maggio 1945. La deportarono in Jugoslavia e non se ne seppe più niente.

Fausta Candusio aveva 24 anni ed era nata a Trieste. Venne catturata nei pressi di Monfalcone, a Fiumicello, nel maggio 1945. Deportata, scomparve (…). Di Luigia Celli si conosce soltanto che era nata a Cormòns e che fu deportata il 5 maggio 1945. Adesso vengono due sorelle: Fernanda e Carmen Chiades, entrambe nate a Gorizia, la prima di 41 anni, la seconda di 36.

(…). Furono arrestate insieme, il 3 maggio 1945. Vennero deportate, sempre insieme, nella notte fra il 7 e l’8 maggio. E sparirono. Aveva già 62 anni Sofia Ciani, nata a Spalato. Eppure rappresentava un pericolo per la Jugoslavia comunista. La sequestrarono in casa, anche lei come tanti altri goriziani nella notte fra il 2 e il 3 maggio, la prima dell’occupazione.

(…) Si sa soltanto che venne deportata in Slovenia. Più di due anni dopo pare fosse ancora viva e rinchiusa nell’ex manicomio di San Vito di Lubiana, diventato un carcere politico (…). Poi anche su Sofia scese il buio. Era una maestra nelle scuole elementari Anna Maria Ciuffarin, nata a Volosca il

19 dicembre 1915. Nel maggio 1945 insegnava a Gorizia e doveva ancora compiere i 30 anni. Fu arrestata il 4 maggio, portata in carcere e tre giorni dopo processata. (…) Durante il giudizio non risultò nulla a suo carico. (…) Alle dieci di sera dello stesso 7 maggio fu deportata ad Aidussina (…). Qualcuno la vide in quel campo per tutto il mese di maggio.

Poi anche Anna Maria scomparve. Emilia Cocianni in Marra era goriziana e aveva 42 anni. Lavorava da impiegata in municipio. Venne sequestrata a Gorizia il 3 maggio, condotta in carcere e il 12 maggio deportata in Jugoslavia. Da quel giorno non se ne seppe più nulla. Maria Colla, nata a Gorizia, aveva 45 anni, era impiegata e interprete. Arrestata il 3 maggio, fu interrogata l’8 e subito deportata. Nel maggio 1946 fu vista nel carcere di Kocevje, in Slovenia. Poi di lei si persero le tracce. Luigia Del Zotto aveva 22 anni. Di lei si conosce soltanto che fu arrestata a Gorizia il 27 maggio e subito deportata. Anche Milena Derndich era una ragazza di 24 anni.

Nata a Pola, abitava a Trieste e nell’aprile 1945 si era recata a Gorizia per far visita al padre Luigi e alla madre. Nel maggio 1945 venne vista con tre partigiani jugoslavi che, forse, la stavano portando in carcere. Poi anche di lei non si seppe più niente. Eugenia Dessi era nata a Ronchi dei Legionari, in provincia di Trieste, il 29 agosto 1922. Nell’aprile 1945

(…) faceva l’impiegata a Gorizia. Il 3 maggio fu arrestata e rinchiusa nel carcere. Di qui uscì nella notte fra il 7 e l’8 maggio per essere avviata verso una destinazione ignota. Cinque giorni prima era stata deportata una signora ben più anziana di Eugenia: Natalia Gatti, casalinga, di 73 anni.

Angela Maria Grachi, detta Ginetta, era nata a Latisana e stava per compiere i 25 anni. Fu arrestata a Gorizia il 3 maggio 1945. Quattro giorno dopo venne trasportata ad Aidussina e poi nelle carceri di Idria, a ottanta chilometri da Gorizia. Nel giugno 1945 fu processata a Lubiana e inviata nella prigione di Kocevje. Anche di lei non si conobbe più nulla. Dolores Grapulin era nata a Gorizia e stava per compiere i 30 anni. Arrestata il 3 maggio, fu deportata cinque giorni dopo. Pure lei era stata rinchiusa ad Aidussina. Il 25 luglio 1945 si trovava ancora lì. Poi si persero le sue tracce. (…) Olga Grion era nata a Capodistria nel 1903 e aveva 42 anni.

Venne arrestata a Gorizia il 3 maggio e deportata nella notte fra il 7 e l’8 maggio. Nel settembre 1945 si trovava in un campo di concentramento nei pressi di Lubiana. Poi non si è più saputo nulla di lei. (…) Orestina Gronelli, 33 anni, era anche lei impiegata al municipio di Gorizia. Fu sequestrata il 3 maggio e deportata nella notte fra il 7 e l’8. Nell’estate

1945 si trovava a Lubiana. Alla fine dell’ottobre 1946 fu vista in un’altra località slovena e poi in Serbia. Dopo di allora il buio. Di molte deportate non si sa quasi nulla, a parte il nome, l’età e la data del sequestro. Siamo abituati a dire e a scrivere che erano come svanite nell’aria. È davvero così. Per esempio, di Rosa Huala conosciamo soltanto che aveva 20 anni, era nata a Santa Lucia di Tolmino e fu deportata il 30 maggio 1945, quando mancavano tredici giorni alla fine dell’occupazione jugoslava. Lo stesso vale per Albina Ierchich, 22 anni, nata a Gorizia, arrestata il 17 maggio e, forse, deportata a Lubiana. Idem per Stanislava Kravos, 22 anni, casalinga, arrestata a Gorizia il 7 maggio e fatta partire per una destinazione ignota.

Pochissime notizie anche per Jolanda Marchi, 23 anni, sequestrata a Gorizia e scomparsa. (…) Era più anziana Maria Carmen Mastrandea, una donna di 54 anni, nata a Gorizia. Arrestata il 9 maggio, fu rinchiusa nella caserma di via Santa Chiara. Il 12 maggio venne processata e poi deportata. Maria Miliavez aveva 32 anni, fu presa a Gorizia il 22 maggio da partigiani slavi e sparì. La medesima sorte incontrò Elisabetta Moderc, 30 anni, nata in Austria, domestica, sequestrata il 9 maggio a San Lorenzo di Mossa. Rina Battiston in Novo era nata a Pordenone nel 1901. In luglio avrebbe compiuto 44 anni. Abitava a Sant’Andrea, una frazione di Gorizia. Fu deportata in Jugoslavia il 25 maggio. Anche per lei fu dichiarata la morte presunta. Lo stesso accadde per Giuseppina Venuti in Paternolli, una signora goriziana di

57 anni. (…) Lo stesso destino ebbe Regina Peressoni. Nata a Gorizia aveva soltanto 18 anni e lavorava da impiegata. Gli jugoslavi la presero il 2 maggio, nel primo giorno d’occupazione, e scomparve.

Maria Picech era di Cormòns e aveva appena compiuto i 40 anni. I partigiani di Tito andarono a prelevarla nella sua casa di Gorizia il 20 maggio e la fecero sparire. Due giorni dopo lo stesso accadde a Maria Miljaver sposata Rajer, di 32 anni. Aveva la medesima età Erminia Rissdörfer, nata in Slesia, impiegata al municipio di Gorizia. Fu arrestata nella notte fra il 2 e il 3 maggio. Il 7 maggio la deportarono. Nell’agosto 1945 si trovava prigioniera a Lubiana. Poi di lei non si seppe più nulla. Era una professoressa di 29 anni Giulia Venezia, nata a Udine. Arrestata il 3 maggio, quattro giorni dopo venne caricata su un camion di partigiani titini e scomparve.

Giuseppina Zoratti, casalinga, fu presa quando aveva già 68 anni. Venne prelevata il penultimo giorno dell’occupazione slava di Gorizia e morì non sappiamo dove. Lo stesso accadde ad Adriana Zorzi, 65 anni, sequestrata a Gorizia. Ed eccoci all’ultima delle trentasei donne deportate. Era la figlia della signora Adriana Zorzi e si chiamava Gabriella. Aveva 36 anni e faceva l’insegnante. È probabile che sia stata catturata insieme alla mamma Adriana e anche lei sparì.

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