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Le bugie non cancellano un concerto unico (Il Piccolo 27 lug)

LETTERE

Mio nonno mi invitava a non dire mai bugie e piuttosto a tacere la verità a chi non la voleva comprendere evitando in tal modo di fare «il politico». A distanza di tempo mi rendo conto che la politica è fatta di uomini e donne che usano la testa quasi sempre per tutelare i propri interessi, che nutrono simpatie e ambizioni e temendo di perdere posizioni di potere preferiscono parlare di valori, di ragioni sociali e morali e di predisposizione e disponibilità a rendersi interpreti delle esigenze dei cittadini. Da tutto ciò nascono le bugie, le ipocrisie e la distribuzione gratuita di illusioni. I commenti, esclusivamente di parte, che si sono tenuti dopo il favoloso Concerto «Le Vie dell’Amicizia» diretto dal maestro Muti, invece di sopire rendono sempre più vivi i contrasti evidenziando radicali prese di posizione e critiche spesso inconcepibili. Le dichiarazioni rilasciate alla stampa creano nuovi dissapori in una città che ha solo bisogno di ragionevolezza e coesione. Che l’incontro dei tre presidenti abbia riappacificato e che Trieste non sia «più prigioniera del suo passato» non è solo illusione ma una ipocrisia dilettantesca in «un giorno di trionfo!». La musica ha coinvolto tutti in una Piazza Unità meravigliosa ma il resto è stato deludente e utilizzato a fini strumentali, senza alcuna convinzione. Che «l’evento possa esser stato considerato più importante della caduta dei confini» è la solita battuta frettolosa che cerca di valorizzare il modesto avvenimento politico. Non «è stato certo un atto di svolta per la città e che rappresenta un sollievo per la maggioranza dei cittadini». Ecco le bugie che mio nonno mi invitava a non dire.

Ruggero Battaglia

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