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L’archivio di Mario Dassovich donato all’Archivio di Stato di Trieste (26gen15)

 

Con Decreto 1076 del 9 Dicembre 2014 il Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale per gli Archivi – di Roma ha autorizzato l’Archivio di Stato di Trieste (Via Lamarmora 17 34139 Trieste) ad accettare a titolo di Donazione il prezioso archivio storico di Mario Dassovich, consistente in vari dattiloscritti, materiali e appunti per pubblicazioni e conferenze, corrispondenza, pubblicazioni in materia di economia, serie di riviste fin dai primi anni ’20, rari opuscoli con contributi redatti dallo stesso Dassovich su temi di economia, e raccolte di recensioni sulla sua opera. Tale materiale, che è raccolto in 47 cartelle e 59 fascicoli, rappresenta un’importante fonte per la conoscenza della storia dei territori italiani ceduti alla Jugoslavia al termine della seconda Guerra Mondiale.

La Donazione è stata effettuata dalla moglie Mira Steffè Dassovich unitamente al figlio Piero Dassovich con l’intento che la preziosa documentazione – frutto di 30 anni intensi di feconda attività di studi e opere – possa servire ed essere fruita da storici, ricercatori e appassionati della storia della ex Venezia Giulia, di Fiume e del Confine Orientale italiano,

Mario Dassovich nacque a Fiume nel 1928. Nel 1945 – al termine della guerra e sotto l’occupazione jugoslava – fu a capo di un gruppo di studenti minorenni del locale Liceo Scientifico con lo scopo di esternare ai Quattro Grandi la contrarietà all’annessione della città alla Jugoslavia. Mentre l’attività effettiva clandestina del gruppo era stata la sola stampa e diffusione di manifestini pro Italia – affiancata dal possesso di una pistola Beretta residuo dell’8 Settembre e da un ipotetico progetto di incendio dell’Arco di Tito (in legno) eretto in Piazza Regina Elena – l’accusa del Tribunale Militare fu invece molto sproporzionata e cioè “attività antipopolari, costituzione di organizzazione terroristica neofascista, diffusione di propaganda nemica, possesso di armi e preparazione di attentati terroristici”. A Dassovich vennero aggregati come collaboratori altri dieci adulti fiumani – tra cui il Cappuccino Padre Nestore e Don Cesare, Parroco di Cosala – e fu arrestato a scuola nel Liceo Scientifico”A. Grossich” di Fiume il 19 Febbraio 1946.

Davanti al Tribunale Militare dell’Armata Jugoslava per l’Istria e Fiume, Dassovich respinse sempre ogni accusa anche se risultò dagli atti che firmò un verbale di “confessione” in lingua croata – lingua che lui non conosceva – perché vessato nella prigionia dalle interrogazioni a rotazione di più persone, dichiarandosi vittima di percosse, calci, spintoni e cinghiate a schiena nuda. Non piegò la schiena davanti al suo Pubblico Accusatore Ten. Zlatko Trepic’ provocando addirittura la sospensione e rinvio dell’udienza a causa dei battibecchi da lui sostenuti a fronte alta con il pubblico di “attivisti”, che per lui invocava la pena di morte. La sua esagerata condanna a 15 anni di lavori forzati fu sancita anche in considerazione del suo atteggiamento ironico davanti alla Corte e dell’assenza di qualsiasi segno di pentimento.

Dassovich non aveva ancora compiuto 18 anni e riacquistò la libertà tre anni dopo – l’11 Giugno 1949 – grazie ad uno scambio di prigionieri politici tra Italia e Jugoslavia. Stabilitosi a Trieste concluse gli studi liceali e nel 1956 si laureò in Scienze Politiche.

Fu Assessore al Bilancio della Provincia di Trieste, Assistente universitario di economia politica e conseguì un “Master of Arts” in economia presso la Columbia University di New York.

Dedicò tutto se stesso alla ricerca storica della regione giulia e scrisse un’ampia collana di opere riguardanti le vicende del nostro martoriato confine orientale. Fu anche Consigliere del Libero Comune di Fiume in Esilio e per alcuni anni Direttore Responsabile del mensile “La Voce di Fiume”.

 

Rodolfo Decleva

 

Rodolfo Decleva, anni 86 e profugo da Fiume dal 1947, è stato compagno di banco al Liceo Scientifico di Mario Dassovich, e suo compagno nell’avventura sopra descritta

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