L’ANVGD Udine ha ricordato Licio Damiani a tre anni dalla scomparsa

20.09.2025 – C’è stata una sentita cerimonia religiosa con Monsignore Luciano Nobile per ricordare Licio Damiani, lussignano e giornalista della RAI, a tre anni dalla scomparsa. La santa messa è stata celebrata martedì 16 settembre 2025 nell’Oratorio della Purità a Udine. “Lo ricordiamo con affetto – ha detto l’arciprete del duomo di Udine – davanti alle bandiere dell’Istria e di Dalmazia”. Hanno presenziato alla santa messa del ricordo vari giornalisti, architetti e storici dell’arte. In prima fila c’era la vedova Annamaria Verbi, davanti alla bandiera della Dalmazia. Hanno partecipato, tra gli altri, la professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine e Andrea Purinan, presidente dell’Associazione “Gli Stelliniani”.  C’erano naturalmente i discendenti di Licio Damiani come il figlio Stefano, giornalista de «La Vita Cattolica» di Udine, la figlia Sabina, i nipoti e parenti vari. C’era l’avvocato Giorgio Damiani, figlio di Gabriele Damiani, fratello di Licio.

Avendo frequentato il Liceo classico “J. Stellini”, Licio Damiani fu tra i fondatori dell’Associazione “Gli Stelliniani”. Così egli risulta tra i “Dodici stelliniani che hanno immaginato il futuro”, come recita il sottotitolo di un recente libro di Elettra Patti, con un capitolo a lui dedicato. Proprio gli studenti dello “Stellini” sono stati protagonisti musicali della cerimonia di ricordo. L’ensemble ha proposto in modo esemplare musiche di Corelli, Frescobaldi e Mozart, con Maria e Luigi De Anna ai due violini, Caterina Maria Zanuttini al violoncello, diretti da Gianluca Patat all’organo. Col gran finale del “Signore delle cime” un motivo popolare, del 1958, con testo e musica del compositore vicentino Giuseppe De Marzi.

Italiano ed esule due volte, Licio Damiani si spense a Udine il 16 settembre 2022. Stimato critico d’arte e bravo giornalista, era nato il 26 aprile 1935 a Lussinpiccolo, nel Regno d’Italia. Come ha scritto Bruno Bonetti, vicepresidente del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, “i Damiani erano originari di Curzola, isola dalmata situata tra Spalato e Ragusa. Le loro famiglie italiane subirono l’esodo del 1920, dopo il Trattato di Rapallo che assegnò l’Isola di Curzola al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I Damiani allora si trasferirono a Lussinpiccolo, assegnata all’Italia. Poi nei primi anni ’40 e, soprattutto, in seguito alle violenze titine, c’è il secondo esodo verso Trieste e il Friuli, terra d’adozione. La famiglia Damiani era molto vicina all’ANVGD di Udine, frequentando le cerimonie religiose, culturali e patriottiche”.

In particolare, il fratello di Licio, l’avvocato Gabriele Damiani (1939-2020), nel periodo 1977-1980 è stato vicepresidente dell’ANVGD, sotto la presidenza dell’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule da Zara. Nel 1988 Gabriele Damiani era membro del Consiglio Direttivo della stessa ANVGD, con Cattalini presidente e Sergio Satti, esule da Pola, vicepresidente.

Licio Damiani fu una penna d’oro, scrisse di arte con una rara proprietà di linguaggio, incuriosendo il lettore inesperto. Aveva 87 primavere, per anni era stato caposervizio nella sede Rai del Friuli Venezia Giulia Dal 1997 collaborava con il «Messaggero Veneto», quotidiano di Udine e Pordenone. Laureato in giurisprudenza a Trieste, Licio Damiani si appassionò presto alla critica d’arte condivisa con la professione giornalistica. Professionista dal 1964, fu assunto in Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in veste di caposervizio dell’Ufficio stampa e responsabile della redazione di Udine. Nel 1985 passò in Rai alla Tgr del Fvg, curando fino al 1997 le notizie del panorama friulano, con la preferenza per i temi d’arte e cultura. Per anni fu responsabile della rubrica domenicale di agricoltura “Vita nei campi”. I suoi corsivi per la trasmissione sono stati raccolti di recente in un volume. Membro dell’Associazione internazionale dei critici d’arte, ha sempre continuato le sue geniali collaborazioni giornalistiche.

È assai vasta la produzione saggistica di Licio Damiani con due caposaldi: uno dedicato all’arte del Novecento in Friuli e il secondo al Liberty e gli anni Venti. Nel 2007 pubblicò “Arcipelago della memoria”, per La Nuova Base di Udine. Si tratta di una serie di intensi racconti ambientati sull’isola di Lussino. L’opera è una riedizione aggiornata ed ampliata del suo precedente libro intitolato “Paura di Vera ed altri racconti”, del 1972. Quella di Licio Damiani sul tema dell’Istria è un’interessante scrittura della memoria che diventa anche testimonianza unica e irripetibile, come spiegò la critica Maria Carminati. 

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