L’Anvgd presenta Fulvio Bracco e premia la Fondazione

Quando, infine, circa 40 minuti prima dell’inizio dell’evento, ci siamo trovati all’interno del teatrino Visconti, in quella saletta raccolta che avvicinava idealmente palcoscenico e pubblico, ci siamo detti “Ormai è fatta”.

L’idea di presentare Fulvio Bracco per “Milano è Memoria”, accanto al dalmato Ottavio Missoni, era stata una scelta quasi obbligata: considerata la statura dei personaggi e la notorietà assunta per le rispettive attività in ambito prima italiano e poi internazionale, l’iniziativa non poteva fallire e Milano avrebbe ricordato nell’ambito di questo progetto due personalità, un istriano e un dalmato, fra i suoi cittadini che le hanno dato lustro, esempi monumentali per le giovani generazioni.

L’iniziativa Missoni si era conclusa con nostra piena soddisfazione, avevamo incontrato grande spirito di collaborazione non solo nella famiglia, ma anche nelle nostre associazioni, Comitato di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio.

Si trattava ora di organizzare l’iniziativa parallela incentrata su Fulvio Bracco, considerando la sua doppia personalità, istriano e capitano d’impresa. Mentre era facile documentarsi sul travolgente sviluppo, prima italiano, poi internazionale, dell’azienda Bracco, molto più difficile era reperire informazioni sull’attività di Fulvio, da sempre paladino, soprattutto a Milano, dell’associazionismo giuliano: chi l’aveva conosciuto, o non c’era più o non era in grado di testimoniare. Rimanevano alcune tracce scritte, che riguardavano sia lui che il padre Elio, negli annali della gloriosa ANVGD e del suo giornale, Difesa Adriatica, che, purtroppo, non si pubblica più da anni.

Il primo contatto è stato con la Responsabile Progetti Culturali, Elisabetta Patti, alla quale abbiamo illustrato nei suoi termini il progetto da noi presentato al Comune di Milano, chiedendo collaborazione, notizie e accesso all’Archivio.

Ogni proposta in Bracco va presentata ai giusti livelli: anche questa è stata opportunamente filtrata e inoltrata e, dopo alcuni giorni, abbiamo ricevuto la risposta che l’idea era piaciuta ed interessava la Presidenza: avremmo avuto il supporto dell’ufficio che gestiva l’archivio, nella persona di Primo Ferrari. Così è iniziato un rapporto con il gruppo Bracco, che, da subito, è divenuto un progetto condiviso tra persone con un comune interesse, e che, poi, è diventato un rapporto fra amici che collaboravano per il successo dell’idea iniziale. Siamo stati particolarmente impressionati e quasi stupiti quando ci è stato chiesto di spostare l’evento a giugno, in modo da poter celebrare Fulvio Bracco contemporaneamente al novantacinquesimo di fondazione dell’industria Bracco: abbiamo capito che l’idea proposta sarebbe stata un successo e di questo successo eravamo anche noi attivi protagonisti.

Ci siamo messi al lavoro. Ricordavamo un servizio fotografico esposto a Palazzo Morando, in occasione di una mostra organizzata dall’Azienda Bracco, che documentava il passaggio da Neresine, attraverso Trieste, della famiglia Bracco e lo stabilirsi a Milano. Leggendo il volume “Da Neresine a Milano “, presentato nel 2012 in occasione dell’ottantacinquesimo di fondazione, abbiamo conosciuto la vita di Fulvio Bracco e saputo un gran numero di dettagli che la descrivono. Il libro, che cortesemente ci è stato donato al primo incontro, è stato la nostra costante lettura per lunghi giorni. Poi la scoperta della Fondazione Bracco, la visita all’archivio, dove siamo stati letteralmente inondati da documenti e da fotografie: una vera chicca, l’attività di Fulvio Bracco nel Circolo Giuliano Dalmata di Milano, da lui per lungo tempo presieduto.

Passati alla strutturazione dell’evento, si è elaborata una scaletta con gli interventi per la giornata celebrativa: il 21 giugno. Un ruolo preminente doveva essere assegnato all’irredentismo della famiglia, del padre Elio, del figlio Fulvio, dello zio Francesco Salata, grande istriano ed insigne studioso.

Abbiamo scoperto i legami del gruppo Bracco con Trieste, del magnifico intervento effettuato sulla Snia di Torviscosa, trasformata in un modernissimo stabilimento di produzione farmaceutica. È questo che ci ha convinto a chiedere il patrocinio della Regione Friuli-Venezia Giulia, oltre a quello della Regione Lombardia, per l’attività industriale negli stabilimenti, prima, di Lambrate e, ora, di Cesano Maderno.

Anche in questo caso bisognava rendere più incisivo e moderno il messaggio, l’eredità di Fulvio Bracco quale lascito per le giovani generazioni, verso il quale convergeva il nostro sforzo organizzativo. Il Video-maker Simone Pontini ed il giornalista Matteo Carnieletto hanno provveduto a fissare in un video, tramite un’intervista a Diana Bracco, i momenti salienti di Bracco imprenditore illuminato e benefattore.

Si è quindi arrivati ai momenti finali, alla composizione delle locandine, alla scaletta degli interventi, alla compilazione degli inviti: la nostra casa era divenuta l’agenzia esterna della direzione Comunicazione ed Immagine della Bracco, con assidui contatti con Carolina Elefante, sotto la supervisione del Direttore Giuliano Faliva.

Ed ecco il momento tanto atteso in quel meraviglioso Teatrino di Palazzo Visconti: le parole di saluto degli ospiti istituzionali, in sequenza del Presidente Nazionale ANVGD Renzo Codarin, del Presidente di FederEsuli Giuseppe de Vergottini, della Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi, degli Assessori Tiziana Gibelli (Regione Fvg) e Stefano Bruno Galli (Regione Lombardia). I nostri rappresentanti hanno messo in luce la forza di queste memorabili figure di patrioti, accomunando per un momento Bracco e Missoni; le autorità locali hanno espresso il loro favore all’iniziativa, contrassegnata da un grande valore civico e di stimolo per le giovani generazioni.

È seguito il video che nella testimonianza della figlia Diana illustra la grande passione del padre per la musica, l’unica arte a non conoscere confini; musica che ha accompagnato immagini familiari di gioia e di svago di tutta la famiglia con le note delle amatissime “Amapola” e “Trieste mia”. Sono seguiti gli interventi che hanno cercato di ricreare l’atmosfera in cui s’è trovata ad operare la famiglia Bracco da quando si è insediata a Milano. La prolusione della giornalista e scrittrice Anna Maria Mori, che, come noi, non lo ha conosciuto di persona, ma ne ha evidenziato la personalità basandosi sugli aspetti comuni a tutti gli istriani e sul destino che li ha allontanati dalle proprie radici. Il suo intervento costituisce un appassionato inno alla istrianità ed un omaggio ad una forza d’animo che permette all’individuo di realizzare le proprie aspirazioni, con la soddisfazione che ci fa esclamare che “La vita è meravigliosa”. Il Prof. Davide Rossi ha sottolineato lo spirito irredentistico che ha contrassegnato la famiglia di Elio Bracco e le persecuzioni subite, dovute anche e soprattutto alla stretta parentela con Francesco Salata, fratello della moglie di Elio. Le altre due relazioni imperniate sul carattere pervicace con cui Fulvio Bracco ha saputo affrontare le difficoltà, i momenti cruciali di svolta nello sviluppo dell’azienda Bracco -Alberto Santa Maria-, la vicinanza amica verso Fulvio e la famiglia – Giorgio Porta -.

La consegna, a conclusione dell’evento, della targa di benemerenza per l’impegno dell’Azienda Bracco nella realizzazione del monumento di Piazza Repubblica, a Milano, dedicato alla memoria dei Martiri delle Foibe e all’Esodo giuliano-dalmata, ma soprattutto la grande stima e affetto verso un proprio conterraneo dimostrato dai molti istriani o discendenti presenti alla celebrazione hanno suscitato commozione nella Presidente Diana Bracco, al braccio di Fulvio Renoldi Bracco, amministratore delegato dell’Azienda, anch’egli presente al convegno.

Il richiamo al mare quarnerino espresso dalla Dott.ssa Bracco nel desiderio di navigare ancora una volta tra quelle limpide acque, che aveva solcato assieme al papà e a tutta la famiglia, ha conquistato ancora di più i presenti, che hanno compreso le parole, con le quali si è definita nel video: “Sono come una roccia dura”.

Ha moderato l’incontro con la solita maestria e le misurate presentazioni dei relatori il giornalista Matteo Carnieletto.

Anna Maria CrastiClaudio Fragiacomo
Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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