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L’ANVGD interviene sul Ministro della Salute per i luoghi di nascita

Continuano a giungere quotidianamente all'ANVGD le segnalazioni sulla inapplicazione della Legge 54/1989 sull'indicazione dei luoghi di nascita degli Esuli, soprattutto dal settore sanitario, spezzettato in ASL e strutture convenzionate non fornite degli strumenti per dare un senso ai dati anagrafici dei giuliano-dalmati.

In questo ambito il Segretario Nazionale Fabio Rocchi è intervenuto sul Ministro della Salute Livia Turco al fine di stimolare un intervento risolutivo in questo settore.

Ecco il teso della missiva indirizzata al Ministro.

 

Roma, 24 settembre 2007

Gentile Signor Ministro,

il 31 luglio scorso il Sottosegretario all’Interno On. Rosato ha predisposto una Circolare (che Le allego insieme alla legge in oggetto) frutto di una serie di incontri con le Associazioni degli Esuli giuliano-dalmati e che precisa e regolarizza quanto contenuto nella Legge n. 54 del 1989, ovvero in riferimento all’indicazione del luogo di nascita dei cittadini italiani nati prima del 15 settembre 1947 nei territori ceduti alla Jugoslavia.

La Circolare è stata indirizzata anche al Ministero della Salute, in quanto proprio dal settore sanitario giungono le maggiori lamentele da parte degli Esuli per le continue e ripetute difficoltà che incontrano nel fornire i propri dati anagrafici in occasione di visite, ricoveri, analisi e quant’altro: infatti le registrazioni meccanografiche non riconoscono i loro comuni di nascita. Capita così quotidianamente che, per ovviare a deficienze informatiche, vengano registrati come nati in Jugoslavia, in Serbia-Montenegro, in Croazia, in Slovenia ecc.

Questo, oltre ad una palese violazione della Legge 54/1989 che in questi casi prevede unicamente l’indicazione del comune di nascita in italiano e senza indicazione di altri Stati, comporta un ulteriore schiaffo morale ai componenti della nostra comunità, che dopo 60 anni vengono ancor oggi oltraggiati da atteggiamenti di incomprensione, intolleranza e trattati talvolta alla stregua di extracomunitari.

Sarò pertanto lieto di conoscere se il Suo Ministero vorrà prendere i necessari provvedimenti nei confronti di Regioni, ASL e strutture convenzionate su tutto il territorio nazionale, affinché adeguino i loro strumenti informatici in maniera tale da evitare il reiterarsi di spiacevoli situazioni che ancora oggi ci vengono segnalate da tutte le regioni.

In caso di diniego, l’unico strumento in mano agli Esuli rimarrà la denuncia caso per caso alle competenti autorità per l’ipotesi di reato di omissione d’atti d’ufficio e falso in atto pubblico, eventualità questa che ovviamente non auspichiamo ma che, senza un Suo autorevole intervento, potrebbe essere l’unica strada per vedere rispetta una legge che viene invece largamente ignorata.

 

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