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Lambertucci alla Foiba di Basovizza

E’ rimasto colpito ancora una volta dalle conseguenze dell’odio e della violenza il maratoneta Ulderico Lambertucci, in cammino da Roma a Gerusalemme per portare un messaggio di pace e di speranza su alcuni dei luoghi più tormentati dalla storia. La sua corsa, accompagnata da una fiaccola accesa sempre alta avanti a lui, si è fermata ieri mattina alla Foiba di Basovizza, dove ad accoglierlo c’erano il presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli, Renzo Codarin e diversi membri dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, oltre che vari rappresentanti di altre associazioni.
A scortarlo c’erano anche le telecamere di SAT 2000 e Raiuno ( per il programma“A sua immagine”) che, con il giornalista Daniele Morini, stanno documentando l’ultima impresa di Lambertucci. “Questa fiaccola sta diventando un simbolo della Chiesa italiana. E’ partita da San Pietro e continuerà ad ardere fino in Australia, quando il Papa si recherà oltreoceano a visitare le comunità di emigranti italiani che risiedono a Melbourne e Sidney” ha detto ieri il maratoneta di Treia, (Marche) per pochi minuti fermo di fronte al Monumento nazionale di Basovizza.
Insieme a Renzo Codarin, il maratoneta ha ascoltato con interesse parte delle vicende degli esuli, che hanno toccato, nei loro tragici riscontri, anche una trentina di sacerdoti caduti a causa delle persecuzioni religiose avvenute immediatamente dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. Al termine dell’incontro, è stata letta una preghiera scritta in ricordo delle vittime delle foibe dallo scomparso Arcivescovo di Trieste e Capodistria, mons. Antonio Santin.
Andando oltre il profilo della fede, Lambertucci rimane un personaggio da Guinness dei primati soprattutto per quanto riguardo lo sport, con all’attivo un record di 46 maratone in un solo anno, alcune delle quali tra le più celebri al mondo. Tra le sue prove più famose, ricordiamo i 1600 chilometri tra i santuari di Loreto e Lourdes nel 2002, gli oltre 3000 per Santiago di Compostela nel 2003 e i 2000 tra Roma e il Santuario della Madonna Nera di Czestochowa, in Polonia.
Sicuramente l’aspetto religioso per lui riveste un particolare significato, come lo ha dimostrato correndo, a sessant’anni, per 12 mila chilometri fra Macerata e Pechino, allo scopo di tornare sui passi del missionario padre Matteo Ricci, uno tra i pochi fautori del riavvicinamento della Chiesa cattolica occidentale a quella estremo orientale. “Ricci, ricorda il maratoneta – credeva in un’unica Chiesa cattolica romana, ma senza la necessità di ecumenizzare gli altri attraverso la cultura europea”.
Lambertucci non parla molto, ma è evidente la sua commozione nell’incontrare persone, monumenti e ricordi che conosce solo indirettamente e che, dopo il suo passaggio, sicuramente si porterà dentro come tappe fondamentali di un percorso importante e condiviso.
Il suo viaggio, partito il 1.mo gennaio da Piazza San Pietro, è un chiaro messaggio interreligioso che vuole andare oltre alla memoria di alcune singole e tragiche vicende, parificando con un unico e dinamico gesto simbolico il presente, il passato e il futuro nella consapevolezza di un semplice e possibile atto di fede: credere che la pace sia concretamente possibile. Questo fermo proposito verrà così ricordato nel suo pellegrinaggio che toccherà Sarajevo, il Kosovo, Skopje, (città natìa di madre Teresa di Calcutta) per proseguire a Istanbul e scendendo quindi in Siria, Libano e finalmente in Israele, a Gerusalemme. Oltre che un progetto individuale, il cammino del maratoneta marchigiano è anche un’occasione di incontro con diverse nazioni, culture e, purtroppo, guerre e eccidi, dalle più recenti nella ex-Jugoslavia fino ad andare indietro, come è avvenuto oggi, alla fine della Seconda guerra mondiale in Istria e nella Venezia Giulia.
Questa sua recente impresa si interromperà momentaneamente il 14 aprile, ma in realtà proseguirà da Gerusalemme già il 18 dello stesso mese, quando Ulderico si unirà alla quinta edizione della Maratona per la pace dedicata a Giovanni Paolo II diretta a Betlemme, organizzata dal Centro Sportivo Italiano e dall’Opera Romana Pellegrinaggi.
Domani Lambertucci incontrerà a Fiume i massimi esponenti della locale Comunità degli Italiani e dell’Edit, alle ore 15 nella sede di Palazzo Modello. Poi, il suo viaggio riprenderà lungo la costa del Quarnero e della Dalmazia per arrivare a Zara il 18 gennaio (dove incontrerà la Comunità) ed il 22 a Spalato dove ad accoglierlo ci saranno il Console d’Italia ed i rappresentati della Comunità. Altre due tappe vedranno protagonisti gli Italiani di Dalmazia, a Ragusa, dove visiterà il Console onorario e a Cattaro, dove lo attenderà la locale Comunità.
L’impresa di Lambertucci è supportata dal Centro Sportivo Italiano, dall’Opera Romana Pellegrinaggi, in collaborazione con le famiglie francescane, e dallo sponsor Diadora.

Emanuela Masseria su www.arcipelagoadriatico.it

 

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