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Lacota: nessuno parla di beni abbandonati (Il Piccolo 15 gen)

TRIESTE La riconciliazione non si fa con i fiori messi lì da tre presidenti in Foiba e Risiera, ma solo con la restituzione dei beni abbandonati dagli esuli. Cosa che, nel fresco dibattito su come chiudere i conti del passato, «guarda caso non è stata neppure presa in considerazione. Nulla è stato fatto per tutelarci. Noi, che siamo vittime principali di questa sinistra operazione pseudo-diplomatica, siamo chiamati in causa a sproposito». Massimiliano Lacota ne ha per tutti. Per Turk e la «grande stupidaggine» da lui evocata sul deficit etico della politica italiana verso i crimini del fascismo. Per Mesic, «che non dimentichiamo è l’ultimo presidente della federazione jugoslava». Per Frattini, perché «con lui abbiamo fatto un passo indietro, la riconciliazione è stata fatta con il Trattato di Pace, se l’Italia oggi sente il bisogno di muoversi così per una sua politica che guarda ai Balcani, questa farsa non ci appartiene». Eppure il presidente dell’Unione degli Istriani li invita tutti a un confronto pubblico, in agenda sabato in Stazione marittima alle 10. Tema: «ma quale riconciliazione senza verità per triestini ed istriani?». «L’onorevole Menia – così Lacota – ci ha già dato la sua adesione, verrà qualcuno del Pd, abbiamo chiesto una presenza a Dipiazza, a Spadaro, alla minoranza slovena. Tutti». «Quest’idea di riconciliazione – aggiunge il presidente dell’Unione degli Istriani – è scaturita in realtà dal provvedimento del Sabor che ha liberalizzato il mercato immobiliare nazionalizzato. Un gesto di apertura? Nulla di più falso, la Croazia doveva farlo per adempiere alle tappe d’avvicinamento all’Ue. Vogliamo parlare di riconciliazione? Bene, allora partiamo dall’unica base concreta: i 1.411 beni immobili, nell’ex zona B, che sono immediatamente restituibili». (pi.ra.)

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