ANVGD_cover-post-no-img

L’abbraccio di Redipuglia a Napolitano (Il Piccolo 05 nov)

REDIPUGLIA L’emozione del passaggio delle Frecce Tricolori dopo molti anni di assenza, la presenza del Capo dello Stato, l’occasione resa importante dai 90 anni dalla fine della Prima guerra mondiale richiamati dalle parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Sono stati questi i punti cardine della manifestazione, ieri mattina, sul Sacrario militare di Redipuglia per la giornata dell’unità nazionale e festa della Forze armate. Quasi 10mila persone hanno preso parte ad una cerimonia che tutti, ora, vorrebbero fosse celebrata in una giornata festiva, richiamando quel pubblico che nel passato era stata la sua efficace e spettacolare cornice ideale. Senza la quale la manifestazione di Redipuglia non avrebbe senso di esistere. Tutto si è svolto nella più rigorosa tradizione e con la solennità di sempre, attorno a quegli uomini e quelle donne in divisa che, come ha detto il ministro Ignazio La Russa, rappresentano la continuità del sacrificio e del valore di chi, novant’anni orsono, combattè per l’unità nazionale. Sui gradoni del Sacrario dei centomila, tirato a lucido per l’occasione, hanno preso posto i gonfaloni dei comuni e le bandiere delle associazioni combattentistiche e d’arma, seguiti dalle bandiere di guerra e dai reparti in armi, accompagnati lungo la via eroica dalle note della fanfara della brigata di cavalleria «Pozzuolo del Friuli» e della fanfara degli alpini della «Julia». Alle 11 precise l’arrivo del Presidente Giorgio Napolitano e del ministro, attesi dal prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu, dal presidente del consiglio regionale Edouard Ballaman e dal sindaco di Fogliano Redipuglia Mauro Piani.

Quindi la deposizione di una corona d’alloro sulla tomba del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata. Momenti di commozione all’arrivo, su affusto di cannone, di cinque urne contenenti i resti di altrettanti soldati italiani caduti sul fronte russo e riesumati da Onorcaduti in un cimitero ucraino. Dal 1990 ad oggi Onorcaduti, presieduto dal generale Barbato, grazie al suo lavoro ha permesso di recuperare oltre 7mila salme, delle quali 516 di soldati noti ed identificati e 595 noti ma non identificati. Un lavoro che continua. E mentre la fiaccola alpina ha dato modo di accendere i tripodi del Sacrario è stata la professoressa Paola Del Din Carnielli a leggere la motivazione della concessione della medaglia d’oro al valor militare al milite ignoto. Ancora una volta lei, la tradizione rispettata da chi è stata decorata e porta al petto la medaglia concessa al fratello Renato. Quindi le parole del ministro La Russa, che si è detto emozionato nel prendere la parola in un luogo sacro agli ideali della Patria, un luogo che deve essere sempre più simbolo di un 4 novembre dal significato sempre più forte. La Russa si è richiamato al messaggio lanciato dal Presidente Napolitano alle forze armate. «Chi oggi è impegnato a Kabul, ma non solo – ha detto – può essere paragonato a quei giovani che furono impegnati in queste trincee durante la prima guerra mondiale. Sono l’ideale collegamento ed a queste persone dobbiamo il massimo rispetto, perché comune è il loro amore per la nazione e per la bandiera».

Una cerimonia senza colpi di scena, senza contestazioni, anche se, va detto, c’è chi ha fatto rilevare la difficoltà nel raggiungere il Sacrario per coloro in quali non hanno un’automobile. Sotto accusa le ferrovie che, come succedeva in passato, avevano organizzato treni speciali. Tra il pubblico, nota positiva, la presenza di alcune scolaresche, proprio sulla scia dell’invito lanciato da molte persone, tra le quali il consigliere regionale del Pd Franco Brussa.

Luca Perrino

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.