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”La Voce Giuliana” festeggia mezzo secolo (Il Piccolo 07 nov)

Al posto delle convenzionali candeline, il cinquantesimo compleanno de «La Voce Giuliana» – il quindicinale dell'Associazione delle Comunità Istriane che da mezzo secolo testimonia, informa, racconta e tramanda le vicende umane, storiche e politiche degli istriani della diaspora – sarà festeggiato con cinquanta pannelli con la stampa (una per ogni anno di pubblicazione) della prima pagina.

Domani, alle 16 nella sala convegni «don Bonifacio» in via Belpoggio 29/1, aprirà le manifestazioni dedicate alla testata la mostra documentaria sull'attività editoriale dell'organo d'informazione dell'associazione, cui aderiscono 16 comunità in rappresentanza di altrettante località della penisola istriana. Il posto d'onore, naturalmente, spetta alla prima pagina dell'anno I, numero 1 del bimensile che ha debuttato il 16 febbraio 1958 con l'editoriale firmato dal direttore e padre fondatore Ruggero Rovatti.

«In realtà, gli inizi, visto il contesto storico e politico di allora, sono stati alquanto rocamboleschi – precisa Lorenzo Rovis, presidente dell'Associazione delle Comunità Istriane – e sia noi sia il giornale che ne ha sempre seguito le sorti, siamo di fatto la continuazione del Comitato Nazionale di Liberazione dell'Istria (Cnl) nato a Trieste nel '45 a difesa e sostegno delle comunità esodate».

La prima versione il «Grido dell'Istria» (1945) è un bollettino ciclostilato in clandestinità; segue poi il «Giornale dell'Istria» stampato a Trieste e organo di stampa ufficiale, da cui nascerà nel '58 La Voce Giuliana, che a sua volta, sotto alla direzione di Pietro Parentin e Sergio Tomasi prenderà nel 2000 il nome «La nuova Voce Giuliana».

Dal 1958 ad oggi sono stati pubblicati 1116 numeri che raccontano la storia, la disperazione di tante famiglie sradicate dalla loro terra e la cruda realtà dei campi profughi, ma anche le tradizioni popolari, la cucina, l'origine dei paesini e delle loro famiglie. «La nuova Voce Giuliana» raggiunge due volte al mese 3750 famiglie, la maggior parte delle quali triestine o comunque sparse lungo la Penisola. All'incirca 700 copie, invece, fanno da filo conduttore tra l'associazione di via Belpoggio e le comunità istriane dei paesi europei ed extraeuropei, come Argentina, Australia e Stati Uniti, meta di migliaia di esuli nel corso delle grandi ondate migratorie del Novecento.

I momenti salienti dei 50 anni del giornale saranno, alle 17, al centro della rievocazione storica nella vicina sala Ariston di viale Romolo Gessi. Finale spumeggiante con il concerto del tenore Paolo Venier e del Coro dell'Associazione delle Comunità Istriane, diretti dalla bacchetta di Davide Chersicla con accompagnamento al pianoforte del maestro Paolo Troian. Va da sé che anche il coro è doc: tutti i ventisei elementi, infatti, sono rigorosamente esuli della prima ora e proporranno al pubblico un repertorio di canzoni dalmate, istriane e motivi in voga negli anni '50, come «Vola colomba» di Nilla Pizzi dedicata a Trieste.

Patrizia Piccione

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