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La Voce del Popolo – 260407 – Ue, porte aperte alla Croazia

ZAGABRIA – Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato a grande maggioranza la Risoluzione sulla Croazia nella quale si menziona il 2009 quale anno in cui Zagabria potrebbe ottenere luce verde per l'ingresso a pieno titolo nell'Europa unita. Nel documento si lodano i progressi compiuti finora dalla Croazia, ma si rileva anche l'esigenza di procedere nelle riforme dell'amministrazione statale, della giustizia e della polizia in modo tale da conseguire gli standard necessari per l'ingresso nell'Unione. Nella Risoluzione si esprime pure sostegno al Governo e all'opposizione, chiamati a prendere decisioni difficili, nonostante questo sia l'anno delle elezioni politiche, nel campo del libero mercato e degli incentivi statali. Si tratta di decisioni di cui, secondo l'UE, trarranno vantaggio tutti i cittadini croati.

Soddisfatti gli europarlamentari sloveni

Gli europarlamentari hanno accolto anche l'emendamento nel quale si invita la Croazia a risolvere per via bilaterale le questioni confinarie aperte con i Paesi vicini: nel caso ciò non si rivelasse possibile si dovrebbe ricorrere ai buoni servigi di terzi, in altre parole a una mediazione. Nel dibattito, durato poco più di mezz'ora sono intervenuti 16 oratori, tra cui tre europarlamentari sloveni, Borut Pahor, Jelko Kacin e Lojze Peterle. Tutti e tre hanno salutato l'emendamento di compromesso sulle questioni confinarie. Lojze Peterle ha dichiarato che l'impegno comune dei deputati sloveni ha portato al varo di un documento equilibrato che Lubiana può pertanto appoggiare. Pahor ha sottolineato che il Parlamento europeo aveva già invitato in precedenza la Craozia a risolvere i contenziosi bilaterali, rilevando che nel frattempo nulla è cambiato in quanto gli esponenti politici croati non possono e non vogliono assumersi responsabilità in tal senso. Kacin ha salutato il fatto che si parli nel documento delle questioni confinarie irrisolte che la Croazia ha con i Paesi vicini, senza pertanto menzionare specificatamente la Slovenia.

Bocciati gli emendamenti di Alleanza Nazionale

Il Parlamento ha rigettato a larga maggioranza una serie di emendamenti presentati dai deputati di Alleanza Nazionale, nei quali si chiedeva alla Croazia di equiparare i cittadini stranieri a quelli croati nel processo di denazionalizzazione e di trovare una soluzione al nodo dei beni abbandonati. Uno degli emendamenti bocciati contemplava la richiesta alla Croazia di riconoscere il dramma delle foibe.

Positive le prime reazioni di Zagabria al varo della Risoluzione. Il presidente della Repubblica Stjepan Mesić ha detto di non essere sorpreso per il fatto che il Parlamento europeo abbia menzionato il 2009 quale anno del possibile ingresso della Croazia nell'Unione, in quanto fino ad allora Zagabria intende ottemerare a tutti gli obblighi assunti e adeguarsi pienamente agli standard europei.

Sull'arbitrato non decide l'UE

Il premier Ivo Sanader ha minimizzato l'importanza del fatto che nell'emendamento sulle questioni confinarie non sia stata menzionata la possibilità di ricorrere all'arbitrato internazionale. I contenziosi confinari tra Croazia e Slovenia sono una questione esclusivamente bilaterale, ha sostenuto Sanader, aggiungendo che a decidere sull'arbitrato sono i Paesi interessati e non l'Unione europea.

Un successo importante sul cammino verso l'Unione

Il presidente del Sabor Vladimir Šeks ha sottolineato che la Croazia con la Risoluzione varata dal Parlamento europeo ha conseguito un successo concreto, di particolare valore, nel suo cammino di avvicinamento alla massima integrazione continentale, in quanto per la prima volta in un documento ufficiale, è stato definito l'anno (ovvero il 2009) nel quale l'Assemblea di Strasburgo potrebbe dare il suo assenso all'adesione a pieno titolo di Zagabria all'UE.

Dario Saftich

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