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La Voce del Popolo – 210308 – Il degrado del convento benedettino di Daila

DAILA – Paesaggisticamente parlando, Daila è un paradiso terrestre. Se a pochi chilometri da Cittanova, si gira a destra, arriviamo all'ex convento dei Padri benedettini, presenti e attivi a Daila da dopo la seconda Guerra mondiale. La loro dimora era in un edificio verso il mare, che è dominato da una torre. Entrando nel cortile di quello che prima fu monastero e fino al 1989 una Casa per anziani, si capisce come può influire l'architettura per rendere ancora più suggestivo un luogo.
Il convento, che oggi versa nel più completo abbandono, per molti anni ha ospitato gli anziani del Buiese, in condizioni però di estremo degrado, al punto che negli anni '80 in diverse occasioni nel nostro quotidiano erano apparsi articoli intitolati "La vergogna del Buiese", pensando alle condizioni in cui vivevano gli anziani nell'ospizio, poi trasferito in un edificio nuovo a Cittanova.
Da convento, a ospizio, a rovina. In mezzo secolo gli eventi e gli uomini hanno deciso il destino del convento. Tuttavia a chi piace l'Istria e chi apprezza il passato, troverà l'area del convento ancora oggi, e nonostante l'abbandono di una rara bellezza. Lo spazio antistante al cortile-giardino è delimitato da due edifici lunghi e bassi sul mare, cui si accede da un elegante portale. Davanti si espande tutto l'arco del piccolo golfo di Carigador, mentre a sinistra c'è la secca e dopo la boa, il mare aperto. La denominazione di San Giovanni di Daila e il rinvenimento di sarcofagi e tombe, testimoniano la presenza dei monaci greci Calogeri, giunti nel VI secolo e scomparsi assieme al dominio bizantino.
Le terre, fertili e meravigliose, passarono poi ai vescovi di Cittanova e quindi a quelli di Capodistria. Dopo l'estinzione di questa famiglia, il feudo passò verso la metà del settecento, ai conti Grisoni di Capodistria, parenti diretti dei Sabini. La loro signoria, superata la bufera napoleonica, scomparve dopo la morte di Pompeo Grisoni, tenente della cavalleria austriaca ed unico erede del conte Francesco, avvenuta a Milano nel 1833, in seguito a un duello. Egli, dopo la disgrazia forse per un'esigenza morale, e di espiazione o per suffragare l'anima del figlio, cui era stata negata la sepoltura ecclesiastica, nominò eredi i Padri benedettini.
Anche San Lorenzo, di fronte a Daila, è un sito antico. Lo provano i mosaici romani, trovati di recente dentro e fuori l'abitato e di fronte alla chiesa, dove si trova l'organo più antico in Istria.
Daila e San Lorenzo oggi hanno cambiato volto, a causa del cosiddetto "mattone selvaggio" che gradualmente sta portando alla nascita di decine e decine di nuovi appartamenti per il turismo. Per questa ragione, val la pena di godersi questi ultimi scampoli di storia, e visitare quello che resta del convento dei benedettini, prima che sparisca anche quello.

Franco Sodomaco

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