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La Voce del Popolo – 12.06.08 – Moretto: il gioiello specialità fiumana

FIUME – Un libro imperdibile e tutto da vivere è “Il moretto fiumano”, la lussuosa monografia del valente storico e critico d’arte Erna Toncinich uscito per i tipi dell’EDIT e presentato ieri sera alla CI di Fiume nel quadro della Settimana fiumana che coincide con la tradizionale festa di San Vito. Frutto sapido di un accurato progetto editoriale della nostra casa editrice che ha chiamato a raccolta le sue forze più qualificate, questa monografia rappresenta non solo il compendio più completo, accurato, scientifico della storia del moretto – l’antico e caratteristico gioiello fiumano le cui origini si perdono nei secoli – ma pure, per certi aspetti, una primizia nel campo della storia dell’arte locale suffragata da inediti documenti testamentari settecenteschi. Al di là dell’aspetto dotto, del segmento storico-artistico, offerto in un linguaggio di immediata comprensione, “Il moretto fiumano” è il trionfo dell’immagine, un libro che si racconta da sé per immagini grazie alle fotografie artistiche di Romano Grozić, che celebra con primi piani di massima risoluzione, il monile fiumano dalla testina negroide in tantissime e variegate creazioni, in assemblamenti disparati che vanno da quelli più semplici e tradizionali (orecchini, anelli) ad altri immaginosi e ricchi (spille, bracciali, collane, la corona di San Vito, pendenti ecc.). Il tutto contenuto, dosato e concertato nell’elegante e suggestiva veste grafica dell’art director Daria Vlahov Horvat.
Il libro – per un totale di 184 pagine e più di 280 fotografie – si articola in una serie di capitoli che indagano le più diverse dimensioni connesse al prezioso gioielletto, primo tra i quali il testo che ci sbalza immediatamente nel leggendario collettivo, nella storia tra mito ed antichi ricordi tramandati di generazione in generazione. La più popolare tra le leggende narra che nella feroce battaglia contro gli Ottomani del 1601 svoltasi nel Grobniciano, il buon Dio mosso a compassione dalle donne supplici avrebbe mandato una grandinata di pietre facendo soccombere i Turchi dei quali, sul campo di battaglia, non sarebbero rimasti che i loro bianchi turbanti.
Dall’introduzione all’elenco degli orafi e del morettisti che hanno operato a Fiume nel passato, il percorso proposto dalla prof. Toncinich nella monografia si articola in complessive quattordici “tappe”, più le note e la bibliografia. Sfogliando le pagine patinate di questo volume l’autrice ci conduce per mano in un intrigante itinerario di storia, leggende e superstizioni facendoci risalire alle fonti della civiltà etrusca, ellenica, romana pure affascinate dall’immagine del moro; ci porta tra le calli della Cittavecchia, nelle botteghe degli antichi maestri orafi fiumani dalle cui abili e pazienti mani prendevano forma le lucide e dorate testine negre; ci sventaglia la magnificenza della gioielleria ed ebanisteria della Serenissima ispirata sempre al moro – sia esso candelabro dorato o spilla ricchissima ricamata nel turbante a cipolla e nel pettorale – con pizzi di gemme preziose; ci dà notizia della risonanza internazionale che il moretto fiumano visse per mano di orafi quali il Corossacz, il Mihich, l’Ellenz, il Gigante, il Giraldi; ci fa entrare nel laboratorio del morettista contemporaneo illustrandoci puntigliosamente fase per fase la creazione del gioiellino nostrano, dall’impronta nell’osso di seppia ai tocchi finali al turbante; ci descrive dettagliatamente le parti del moretto fiumano i materiali con cui vengono realizzati e la simbologia dei suoi colori; il moretto di ieri e di oggi, il revival dell’effigie negroide che lanciata da “Esercitazione alla vita” è diventata oggetto di sfruttamento commerciale e per cui kitsch; il “morčić” nella percezione figurativa infantile.
Solo una personalità versatile di storico, critico, artigiano-artista e pedagogo come Erna Toncinich poteva offrirci una rosa così ricca e varia legata al moretto fiumano. Degno dell’apprezzamento più vivo è l’affondo storico della studiosa fiumana che per la prima volta esibisce testamenti fiumani del Settecento nei quali si dimostra l’esistenza del moretto già nel 1768 e non solo nel 1835, come finora ritenevasi. Quindi una “scoperta” bella e buona questa, un dato storico del quale si ignorava l’esistenza e che getta nuova luce nella storia del moretto fiumano. Che in ogni storico viva pure un detective e che i casi d’arte siano spesso degli enigmi, dei “gialli”, lo è dimostrato anche dal fatto della corona di San Vito la cui attribuzione è stata finalmente e chiaramente definita dalla prof. Toncinich in base alla punzonatura – da lei identificata – riportante le iniziali “A. G.”, ossia Agostino Gigante, il morettista virtuoso per eccellenza. Passiamo sotto silenzio il mistero della corona-turbante sopra la pala dell’Assunta al Duomo lasciando ai lettori la suspense ed il piacere di appagare la loro curiosità leggendo il libro.
Ma non basta. Un’altra primizia è rappresentata dalla pubblicazione del ricchissimo catalogo di gioielli di moretti disegnati dal Gigante, risalente al 1880 e praticamente di valore inestimabile, che in questa monografia viene pubblicato per la prima volta. Non possiamo non ritornare alle magistrali fotografie di Romano Grozić che sembrano far parlare i vari monili – adagiati su basi di velluto porpora onde dar maggior risalto al nero, al bianco, all’oro – realizzati in base ai disegni del Gigante; alcuni tra i quali davvero principeschi (la collana a doppio filo di moretti tempestata di rubini, la corona di San Vito, spille e pendenti di varie forme adorne di corallo, rubini, perline, i sei cucchiaini d’oro i cui elaborati manici terminano a testina di moro con corallo).
Essendo un libro quadrilingue (italiano-croato-inglese-tedesco) “Il moretto fiumano” si presta sia come omaggio ideale da offrire al personaggio importante in cerimonie ufficiali che come pubblicazione-ricordo da mettere a disposizione dei vacanzieri di passaggio. Alla realizzazione della monografia – che si avvale di una nutrita bibliografia – hanno collaborato singoli ed istituzioni tra cui l’Archivio di Stato, il Museo di Storia e Marineria del Litorale croato, il Museo Civico, il Teatro nazionale croato di Fiume, del Teatro dei burattini. “Il moretto fiumano” è stato pubblicato grazie ai contributi della Regione Veneto, dell’Unione Italiana – MAE e della Città di Fiume.

Patrizia Venucci Merdžo

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