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La Voce del Popolo – 061007 – L’Apoxyomenos va a Lussinpiccolo

LUSSINPICCOLO – Le previsioni dell’amministrazione cittadina non hanno deluso: hanno fatto bene, i lussiniani, ad acquistare Palazzo Quarnero, un bellissimo edificio situato sulla costa dell’isola e destinato a diventare, oltre che Museo del Mare, dimora fissa di uno dei bronzi più famosi del mondo, quello di Lussino per l’appunto.
Si potrà immaginare la grande soddisfazione suscitata in città dalla notizia che la statua dell’Apoxyòmenos, torna a casa, come ha dichiarato ieri il ministro della Cultura Božo Biškupić e diffuso dall'agenzia Hina. Il ministro non ha fatto altro che dare voce alla decisione presa, con voto unanime, dal Consiglio croato per i Beni Culturali e dal Consiglio museale croato, nel corso di una riunione congiunta presso il Ministero della Cultura a Zagabria. Il ministro ha informato i media che la sistemazione della statua sarà seguita da un fiduciariato composto dai membri di entrambi i Consigli, con la “superivisione” ovviamente del Ministero della Cultura, il quale cofinanzierà, insieme con la Città di Lussinpiccolo, questo progetto che è assurto a principale bene culturale della Croazia. “È il riconoscimento di tutti gli sforzi compiti, dell’impegno e della grande mole di lavoro svolta per realizzare quest’iniziativa – ci ha detto ieri il sindaco lussiniano Gari Cappelli, interpellato telefonicamente –. E ciò che ci rende ancora più felici e appagati è il fatto che il bronzo sarà sistemato a Lussinpiccolo in seguito a una scelta ben ponderata, dettata dagli esperti e presa secondo i criteri della professione. E se gli esperti, all’unanimità, hanno ritenuto che il progetto da noi esposto è il migliore, ciò significa anche che abbiamo svolto un ottimo lavoro”. Il progetto potrebbe completarsi fra un anno e mezzo circa, e comporterà anche il restauro di Palazzo Quarnero, che dispone di uno spazio espositivo di 700 metri quadrati. Anche quest’ultima iniziativa si avvarrà del contributo del governo. “È la conferma del sostegno che Lussinpiccolo gode da parte del governo croato e del premier Ivo Sanader, come dimostratoci del resto nel corso dell’incontro avuto nel febbraio scorso” aggiunge Cappelli. In precedenza il sindaco si era espresso molto fiducioso dell’appoggio di Sanader.
Quella dell’Apoxyòmenos era diventata una statua ambita e per la quale si erano fatti avanti, oltre ai lussiniani, anche i fiumani e gli zaratini. Si è invece optato per Lussinpiccolo, come ha spiegato Biškupić, fondamentalmente per due motivi: innanzitutto perché l’iniziativa di Lussinpiccolo è risultata offrire le migliori condizioni di sistemazione dell’opera (come confermato dal presidente del Consiglio per i Beni culturali Ferdinand Meder) sotto l’aspetto degli standard museolgici, sia perché si è voluta rispettare – come è avvenuto per il Museo archeologico dell’antica Narona – una prassi adottata in tutto il mondo e che impone la conservazione di un bene nel luogo del suo rinvenimento.
Il Bronzo di Lussino, un apoxyòmenos, come è stato chiamato un po’ da tutti (anche se alcuni studiosi hanno contestato tale denominazione) è probabilmente la copia romana di un originale greco del IV secolo avanti Cristo. Raffigura un atleta nudo, forse un pugile o un lottatore, sui 21-22 anni (su questo i pareri degli studiosi divergono), che con la mano destra doveva impugnare uno strigile (lo strumento in bronzo con una sorta di “lingua” concava ed arcuata usato dagli atleti per detergere l’olio di cui si cospargevano prima delle gare e il sudore e che oggi purtroppo non c’è più). La statua è stata rinvenuta nel mare di Lussino, nel 1999. L’opera è stata individuata da un sommozzatore belga, René Wouters, il 12 luglio 1997, durante un’immersione poco fuori il porto di Lussingrande. Nel giugno del 1999 poi, il bronzo è stato recuperato e trasportato presso il Centro sommozzatori della Polizia croata di Lussino, dove è stato immerso nella piscina delle esercitazioni. Inizia qui l’avventura del restauro di uno dei pochissimi capolavori d'arte antica restituiti dal Mediterraneo. Sono seguiti complessi lavori di restauro durati quattro anni e svolti in collaborazione fra l’Istituto croato del restauro e il fiorentino Opificio delle Pietre Dure. Con il titolo di “L’Atleta della Croazia”, un anno fa circa, si inaugurava la prima mostra “estera” del Bronzo di Lussino, allestita a Palazzo Medici Riccardi a Firenze.

Ilaria Rocchi-Rukavina

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