PORTOROSE – Continua la “guerra” dell'etere tra l'emittente locale "Sponka TV" di Portorose ed il colosso italiano "Mediaset". Il caso ha voluto che le due società si scontrassero sulla stessa frequenza (canale 52) e finissero per disturbarsi a vicenda. Gli utenti del Capodistriano che non sono dotati del sistema di tv via cavo, da mesi non possono seguire né “Italia uno” né i programmi di “Sponka”. Alla base della controversia, l'assegnazione della frequenza ancora nel 1961 all'ex Jugoslavia, che per lunghi anni non la occupò. In seguito la Slovenia rilevò i diritti. "Lo scorso anno, canale 52 fu assegnato a noi", ci spiega la responsabile dei programmi di “Sponka TV”, Neda Grželj. "In base all'accordo di Ginevra potremo usarlo sino al 2015, quando con l’avvento del digitale, sarà messo a disposizione dell'Italia". Sul contenzioso abbiamo sentito anche la controparte. “La questione è molto delicata. Siamo in una fase transitoria nel passaggio dal sistema analogico al digitale”, afferma Marco Mezzetti di “Mediaset”. “La lunghezza d’onda contestata apparterrebbe alla Slovenia, ma soltanto ancora per otto anni. É in esercizio da due decenni in Italia e la sua soppressione causerebbe gravi problemi. Per questo motivo stiamo cercando soluzioni alternative, che soddisfino ambedue le parti”, assicura ancora il funzionario di “Mediaset”. I tecnici italiani stanno cercando di capire se è possibile una coabitazione sulla frequenza contestata. Come detto, viene usata da “Italia uno”, che irradia dai trasmettitori di Conconello, sull'altipiano triestino. La loro potenza porta ad oscurare la concorrenza oltre confine, ma molto presto i segnali si confondono. A Capodistria centro, nei rioni residenziali periferici e nell'entroterra verso il Carso, “Sponka TV” non si vede, mentre “Italia uno” risulta molto disturbata. La TV di Portorose conferma le consultazioni per cercare di risolvere la vertenza in via amichevole. Ha chiesto anche l'intervento del governo sloveno, riservandosi in ultima istanza, il ricorso alla Corte europea.
Gianni Katonar