“Non chiamateci profughi”. E’ questo l’appello di Ferruccio Conte, esule di Dignano d’Istria, arrivato a Roma insieme alla sua famiglia, madre padre e due fratelli, per sfuggire alle persecuzioni dell’esercito jugoslavo. “Noi ci siamo spostati Italia per Italia, non siamo profughi, siamo esuli, siamo italiani”, spiega il signor Conte.
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