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La storia italiana di Gorizia (Il Piccolo 13 ago)

LETTERE

Ricorre in questi giorni d’agosto un anniversario caro a noi goriziani. La prima redenzione della nostra città avvenuta nel 1916 e il suo ricongiungimento alla madrepatria. Nel mondo di oggi, privo di valori e di memorie, è giusto non dimenticare un episodio lontano e certamente sconosciuto alle giovani generazioni.

Gorizia, nell’estate 1946 stava lottando per sé stessa e per la propria italianità. Gli scontri di piazza erano all’ordine del giorno, ma il 9 agosto –nella commemorazione del 1916- ebbero uno sbocco violento e altamente drammatico. Per la storia ecco quanto accadde allora, come –da protagonista- ce lo rivela Carlo Pedroni nel suo libro “1945-1947 cronaca di due anni”. NE riproduciamo una sintesi.

Mattina del 9 agosto 1946: una grande folla al Parco della Rimembranza riunita attorno al Monumento dei caduti che, nella sua severa rovina sembra essere divenuto il simbolo della città martire. Parla l’avv. Benoni, mutilato di guerra, per i mutilati che quel giorno hanno voluto darsi raduno a Gorizia. Avevamo notato già prima della cerimonia, un movimento sospetto ai lati del parco, specie verso via Canova e via Duca d’Aosta. Ma non ci saremmo mai attesi un battesimo di sangue. Tre bombe a mano, lanciate da tali Kodermaz e Brisco, esplosero tra la folla che ascoltava il discorso; ventisei i feriti, di cui alcuni gravi. Il più colpito, Sergio Zuccolo, fu ricoverato all’ospedale con delicata prognosi.
Un istante di indecisione, non di panico. Non vedemmo mai una folla così freddamente coraggiosa, una folla che di fronte alle esplosioni e al sangue non arretra, non si sbanda. Un attimo: e quella folla compatta si getta contro gli attentatori. la misura della violenza titina è colma.E il 9 agosto 1946 segna effettivamente la sua fine, cacciata dalla santa reazione dei goriziani, battuta definitivamente dal furore di un popolo stanco di violenza e di tutti i soprusi patiti.”

Potremmo continuare, tante cose da dire, tanti gli episodi a corollario di quell’indimenticabile giornata. Possiamo solo aggiungere che da quel giorno la maggioranza italiana della città di riappropriò in via definitiva della sua supremazia e della sua indiscussa italianità. Dovemmo attendere ancora un anno per arrivare alle giornate del settembre 1947. ma fummo allora appagati di tutte le nostre lotte, di tutte le nostre sofferenze con il definitivo ricongiungimento alla patria italiana.

Guido Mondolfo, Gorizia

 

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