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La storia di Pola dei nomi delle vie (Voce del Popolo 08 gen)

Il 2008 è stato un anno generoso per il connazionale Giuseppe Orbanich. L’agronomo in pensione, infatti, oltre alla passione per il verde (che lo ha portato, professionalmente, a guidare per decenni, la sezione – parchi della municipalizzata per la nettezza urbana e le aeree pubbliche), coltiva sin da giovane, la passione per la sua città. Oltre ad aver firmato, in passato, su queste pagine, articoli sulla storia di Pola, il signor Pino (è così che lo chiamano in famiglia) è a tutt’oggi un ricercatore instancabile, delle memorie cittadine, di epoche diverse: da quella austroungarica, a quella italiana e jugoslava, sino a quella croata.

Dopo il successo della monografia “Per una Pola più bella” nel 2006, l’anno scorso è stato presentato, nel corso di una serata alla Comunità degli Italiani di Sissano, un suo intervento intitolato “Da Pola a Pula (1940 – 1947)”, pubblicato su “Quaderni” – Volume XVII del Centro di ricerche storiche di Rovigno.

“In questo articolo – riporta “Quaderni” – vengono riproposte le memorie di un polesano che, poco più che bambino, visse gli avvenimenti legati alla seconda guerra mondiale e al periodo dell’amministrazione alleata della città. Fu un periodo che durò sette lunghi anni, segnati dall’esodo della popolazione italiana e che inevitabilmente contribuirono a cambiare il volto della città. Con il passaggio della città alla Jugoslavia, il piccolo mondo “drio la Rena” fu trasformato in… Pula. I ricordi legati alla famiglia, alla scuola, alla vita di strada, assumono, in questo contesto, una valida testimonianza di quelle scelte individuali opposte e speculari che hanno caratterizzato la popolazione di questi territori nel secondo dopoguerra”.

Il “premio” più grosso dell’anno che se n’è appena andato, è stato però, per Giuseppe Orbanich, la citazione nello “Stradario di Pola” dall’autore dello stesso, Attilio Krizmanić. L’”enciclopedia”, come l’ha definita Orbanich, è uscita nel 2008, con finanziamento pubblico.

“Sono onorato dal fatto che ci si è ricordati di tutti quelli che come me hanno trascorso buona parte della vita a fare ricerca su Pola. È stata così premiata la mia, e l’altrui dedizione, a un lavoro non facile”.

“Per lo Stradario, uscito nel 1993, avevo elaborato e classificato dati dal 1860 ad oggi, che non è cosa semplice", ci ha ancora detto il signor Pino. Nella citazione è scritto il seguente ringraziamento: “per l’elenco completo dei nomi di vie, piazze e parchi, e per la loro messa a punto nel programma (informatico, nda.) di William Golob”.

Così, parlando di toponimi, e dei tanti cambiamenti che essi subirono a cavallo tra i secoli, è interessante ricordare via Sergia, diventata tale nel 1889, e, ridiventata tale, in epoca moderna, nel 1993. Via Sergia si chiamò ancora: via della Misericordia (nel 1862), via Port’Aurea e via San Francesco (nel 1869), via Port’Aurea, via al Teatro e via S.Francesco (nel 1872); quindi, come già detto, via Sergia nel 1889, fino al 1938. Quindi, nel 1948, fu via dei combattenti e nel 1952 via Primo Maggio (che divenne Prvomajska nel 1970, per ridiventare via Primo Maggio nel 1976).

Altro esempio dei toponomi che furono, quello della via Kandler (1889). Essa fu: via Misericordia (1862), via Giunone e via del Duomo (1869), sempre via del Duomo (in una parte soltanto dell’attuale via, nel 1886); quindi, via Kandler dal 1912 al 1923, via Pietro Kandler nel 1930, Piazza dei caduti fascisti (1938), Piazza San Giovanni (1943), Largo Porta S.Giovanni (1945), via Majakovski (1948), via Pietro Kandler (1952) e via I.G.Kovačić (dal 1956 al 1993).

“L’ho definita un’enciclopedia, perché è un’opera grande ed esaustiva, la prima del genere in città, dal dopoguerra. L’ultimo stradario data, infatti, 1940. Era intitolato 'Guida della Città di Pola (con una piantina a colori)' di Achille Gorlato” così, in chiusura, Orbanich, che ci ha mostrato, orgoglioso, una copia originale dello stesso. Una vera chicca da collezionisti.

Rosanna Mandossi Benčić

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