Un altro modo di leggere e raccontare la storia: questo ci fanno pensare le cartoline d’epoca fortuitamente ritrovate nella Sede nazionale dell’Associazione, un piccolo numero di stampe “viaggiate”, commoventi per vetustà e per le tracce che conservano di esistenze passate, ma anche per la memoria visiva di paesaggi urbani e naturali ormai irrimediabilmente perduti perché radicalmente mutati e spesso stravolti.
Si sa, i collezionisti del settore valutano il valore dei francobolli o la rarità della cartolina in sé, ma per noi hanno un valore diverso, più intenso ancora perché emotivo e storico insieme. Come non guardare con tenerezza all’immagine del porticciolo di Cherso, spedita nel 1902, con un veliero in legno in corso di costruzione o di riparazione? «Postkarte» si legge sul retro in caratteri gotici, e più sotto «cartolina postale» (stampata a Vienna) mentre il francobollo riproduce Franz Joseph in versione cesarea, ma la denominazione dell’isola, nel timbro e nella didascalia, è soltanto italiana: civile costume di un impero certo conservatore ma almeno beneducato.
E così per la stampa che ci ricorda come fu Via dei Gelsi di Cittanova d’istria, sulla quale sono fissati per sempre uomini e donne in quel 1911, tutti rivolti verso il fotografo, incuriositi in una posa immutabile.
E nondimeno risulta anche elegante la cartolina di Rovigno, timbro del 1901 e francobollo con l’immancabile Franz, anch’essa indicata come «Correspondenz – Karte» e «cartolina di corrispondenza» ma con il suo bel campanile di S. Eufemia e il suo squero con un altro veliero e qualche barca messa a riposo, e soprattutto con il suo nome antico.
Le cinque stampe di Fiume ci offrono una piccola porzione delle sue diverse anime, quella mercantile dei grandi palazzi austro-ungarici delle compagnie di navigazione e di assicurazione, e quella industriale delle imprese antesignane, come la Fabbrica Torpedini di Whitehead e la “Danubius”, il cantiere della imperial-regia Marina dal quale fu varata, nel 1914, la corazzata Szent István, dalla vita non proprio fortunata: giacché, al momento del varo, una catena d’ancora colpì due operai uccidendone uno, mentre nel giugno del 1918, trovandosi nelle acque dell’isola di Premuda, un attacco di motosiluranti italiane le fu letale.
Le rimanenti tre cartoline fiumane datano 1924 – giusto nell’anno dell’annessione all’Italia – e 1925, a Franz Joseph si è sostituito Vittorio Emanuele, ma due di esse sono scritte una in tedesco, l’altra in ungherese, entrambe indirizzate a Budapest. Piccole tracce sentimentali di un grande orizzonte di storia.
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