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”La sera del dì di festa” rivive in nome della civiltà istriana (Il Piccolo 17 set)

TRIESTE Tenace come una piccola quercia, riesce sopravvivere alle intemperie finanziarie «La sera del dì di festa», festival di musica e teatro realizzato dal Circolo culturale Jacques Maritain, con la collaborazione dell’associazione Studio Giallo. La 22esima edizione si svolgerà domani e domenica al Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata di via Torino 8. Sarà, infatti, ospite della ”Bancarella”, quarto salone del libro dell’Adriatico orientale.

«Per quella sana e intelligente politica del collaborare, – dice Rossana Poletti, responsabile della manifestazione – che fonda i suoi valori nella solidarietà e condivisione di passioni comuni, con Rosanna Turcinovich Giuricin, ideatrice della Bancarella, abbiamo messo assieme le forze. Aprendo nuove sfide abbiamo pensato che il teatro e la musica delle nostre terre potessero avere punti in comune con la storia e la letteratura di quest’area geografica, l’Adriatico orientale. Un nuovo percorso tra musiche antiche, che dalla laguna veneta migravano via mare fino alle sponde amiche dell’Istria e della Dalmazia, e racconti e canzoni della tradizione popolare che richiamano proprio quel desinare povero, ma così ricco di emozioni e ricordi».

Sfogliando gli autorevoli ricettari istriani, Maurizio Soldà ha scelto sapori e ricordi della sua infanzia istriana per confezionare «Ostrighe e gransi… i mesi con la erre», spettacolo, domani alle 20.30, «buffo e stuzzicante» che si avvale anche di suggestioni musicali con la voce di Marzia Postogna e la chitarra di Eduardo Contizanetti.

Invece domenica, alle 20, l’attrice e cantante Sandra Mangini e il percussionista Alessio Benetti, esperto di laguna e di viaggi immaginari, proporranno «Peregrinazioni lagunari», titolo di una nota canzone veneziana. «Vagando tra le barene – spiegano – è possibile imbattersi in temerari pescatori chioggiotti, isole tenebrose, un trucido abusivo di passaggio… fanciulle tradite da romantici barcaroli, creature spiritose sorgenti dal filo dell’acqua, viaggi magici verso l’Oriente, tripudi pescatori con campane… e molto altro. Tutto nel massimo rigore scientifico e filologico».

Maria Cristina Vilardo

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