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La nota stampa dei consiglieri Fvg Ziberna e Marini – 27feb14

 

Sono trascorsi dieci anni dall’approvazione della legge istitutiva del Giorno del Ricordo ed il Consiglio regionale lo ha celebrato con una prolusione del suo presidente Franco Iacop. Molti sono i passaggi dell’intervento che apprezziamo. Tra essi il riconoscimento dell’italianità di quelle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia occupate dai partigiani jugoslavi. La componente italiana, immune da colpe, è stata costretta ad abbandonare affetti e proprietà davanti alla violenza delle truppe titine, le quali hanno braccato gli italiani e condotti in processi farsa prima di avviarli verso morte certa e crudele nelle foibe.
Fuggiti per salvare se stessi ed i propri cari, verso un futuro incerto e precario, gli esuli furono accolti con indifferenza da una Italia che scelse di imporre loro l’oblio, determinato da interessi di politica internazionale. Riconoscendo le colpe del fascismo nel tentativo di snazionalizzazione della componete slovena, ha marcato le gravi responsabilità delle truppe comuniste. Il presidente Iacop ha riconosciuto che la popolazione italiana, ha subito un eccidio di immani proporzioni, che mai l’Italia conobbe.
Il Friuli Venezia Giulia, accogliendo quasi 100 mila esuli, oggi conta oltre il 20% della sua popolazione tra esuli di prima, seconda o terza generazione.
Ringraziamo, pertanto, il presidente Iacop per il suo intervento, che abbiamo apprezzato.
Esprimiamo amarezza, invece, per l’assenza di entrambi i consiglieri della componente linguistica slovena, Ukmar e Gabrovec, quest’ultimo addirittura vice presidente del Consiglio regionale; ciò a maggior ragione alla luce delle significative azioni svolte dall’associazionismo degli esuli a Gorizia come a Trieste, in collaborazione anche con la SKGZ.
Speravamo che nell’occasione si fosse levato più alto un monito volto a sconfiggere quel mai sopito negazionismo e giustificazionismo, ancora presente anche in istituzioni pubbliche che ospitano pseudo storici che sostengono queste tesi. Abbiamo sperato che l’intervento del Presidente del Consiglio contenesse ciò che da decenni gli esuli – e non solo loro – stanno chiedendo a gran voce: che Lubiana, Zagabria, ma soprattutto Belgrado aprano i loro archivi per svelare dove sono stati sepolti i deportati che, soprattutto a guerra finita, sono stati sottratti alle loro case per non farvi più ritorno, con l’unica colpa di amare troppo l’Italia e rappresentare pertanto un pericolo per la slavizzazione dei territori successivamente ceduti e per quelle terre, come Trieste e Gorizia, che nel disegno annessionistico del maresciallo Tito sarebbero diventate parte integrante della Repubblica Federativa di Jugoslavia, come del resto tutto il Friuli Venezia Giulia, sino al fiume Tagliamento. Chiediamo solo di sapere dove poggiare un fiore e dove raccoglierci per una preghiera.
Oltre il 70% degli intervistati non conosce il dramma dell’esodo e delle foibe e questo la dice lunga sulla necessità di proseguire nello scrivere e diffondere la conoscenza di queste pagine di storia, che non appartengono solo alle comunità del confine orientale, bensì a tutto il Paese.
Ci auguriamo pro futuro che il Presidente Iacop, vista anche la sua riconosciuta esperienza in ambito internazionale, affronterà l’argomento del GECT tra Veneto, FVG, Carinzia ed a breve anche la Regione Istria, che potrà, se dotato di adeguati contenuti, essere un volano di iniziative economiche e culturali in un’Istria finalmente senza confini. Un’alternativa potrebbe essere un nuovo GECT, che coinvolga il Friuli Venezia Giulia, la Slovenia e la Croazia. In questo contesto importantissimo potrà essere l’apporto delle associazioni degli esuli e delle comunità degli italiani oltre confine.
Ecco la ragione per cui formalizzeremo all’Ufficio di Presidenza della V Commissione la richiesta di audire le principali associazioni ed istituzioni dell’esodo per consentire loro di rappresentare le criticità.

 

Rodolfo Ziberna e Bruno Marini

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