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La Croazia in crisi vende le isole di Tito (la Repubblica 07 ago)

di ALESSANDRA LONGO

Un arcipelago di 14 isole di fronte al mare di Pola, sulla costa istriana. Brioni: un luogo incantevole, un parco nazionale dove branchi di cervi e daini girano liberi nella cornice di tre templi romani, fra i resti del castrum bizantino e della fortezza veneziana, le ville di Joyce e Thomas Mann. Un luogo dove è passata la storia, gli Asburgo, la borghesia mitteleuropea Anni Trenta, ma soprattutto Josip Broz Tito, il padre-padrone della Jugoslavia, che sbarcò per la prima volta su questi lidi intatti il 20 giugno del 1947 e ne fece la sua residenza estiva.

Suoi ospiti, per decenni, furono i Grandi della Terra, da Gamal Abdel Nasser al pandit Nehru (ispiratori, con lui, di quell'eresia fantasiosa e geniale che fu allora la "politica del non allineamento"), da Ho Chi Min a Kruscev, da Sadat a Fidel Castro, ad Aldo Moro, per non dire del tè sulla terrazza di villa Bianca, accarezzata dalla brezza marina, offerto a Eleanor Roosevelt e alla regina Elisabetta.

La Croazia in crisi finanziaria sta pensando di vendere al miglior offerente. Quanto varrà l'arcipelago di Brioni? Dicono perlomeno 1,2 miliardi di euro. La tentazione di fare cassa è forte. Per ora è un sussurro, una voce (riportata da Il Piccolo di Trieste), ma che l'economia croata, molto legata al flusso turistico, sfiori il profondo rosso è invece una realtà accertata. L'istituto nazionale di statistica dà le cifre: nei primi cinque mesi dell'anno i turisti sono diminuiti del nove per cento nel quadro di un'economia che ha visto contrarsi il pil del 6,7 per cento nel primo semestre 2009.

Se si decidesse di mettere in vendita queste isole l'asta non andrebbe certo deserta. Perché il luogo è speciale, evocativo, già scoperto nel 1893 dal magnate viennese dell'acciaio Paul Kupelwieser e poi eletto a buen retiro da Tito che, esattamente 40 anni fa, vi trascorse l'ultima estate, quella del '79 (morì il 4 maggio del 1980) partendo proprio da Brioni alla volta del sesto summit dei non allineati all'Avana. Tito e il suo cappello di paglia, Tito e la moglie Jovanka (che ora vive vecchia e sola a Belgrado in un alloggio popolare) radiosi sullo yacht bianco, ancorato davanti alla villa, Tito e le amanti (non ancora definite escort) portate sull'isola in un'altra residenza ad hoc, villa Jadranka.

Tito in limousine che accoglie gli ospiti (90 capi di Stato e 100 capi di governo, registrano le cronache) e offre loro vino rosé di sua produzione, proveniente da una piccola vigna, benedetta dal clima.

In bianco e nero: vita privata e grande storia, testimoniate da una mostra fotografica permanente, flash della Jugoslavia che fu. Ecco la stretta di mano con il compagno Fidel, ma anche i ritratti con la Loren, la Lollo, Elisabeth Taylor. Spesso le immagini le curava Tito in persona, con una delle sue 40 macchine fotografiche. Qui Josip Broz l'antistalinista si riposava, qui tesseva l'abilissima ragnatela di rapporti che gli consentì di congelare i conflitti etnici fino alla sua morte. Dicono che anche il dopo-Tito, con i piani di spartizione del Paese, si sia consumato tra le acque limpide dell'arcipelago, incluso un presunto patto segreto di "non belligeranza" tra la Slovenia di Kucan e la Serbia di Milosevic.

Oggi Brioni, sempre bellissimo, è un po' in affanno, nonostante le partite di polo, frequentate dal nipote di Winston Churchill, e le visite, sporadiche, di altre élite mondane, da Naomi Campbell a Placido Domingo, da Caroline di Monaco a Ottavio Missoni. Ci sarebbe bisogno di grandi investimenti, ma i soldi non ci sono. E allora ecco le voci della vendita. Nell'attesa, gli albergatori lanciano offerte speciali. Quella dell'hotel Karmen vale fino al 17 agosto. Per un minimo di tre notti, il pacchetto prevede "il terzo letto gratis fino a 16 anni, una visita guidata con trenino turistico, e un letto francese per due persone al prezzo di una singola". Di più: "Non vi faremo pagare l'azzurro del mare", promettono a Brioni, già arcipelago della diplomazia mondiale.

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