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La Commissione europea rimanda Lubiana al 2015 – 03giu13

La Slovenia si salva in corner e non viene sanzionata dalla Commissione europea bensì “rimandata a settembre”, o meglio, al 2015 termine entro il quale dovrà improrogabilmente portare a termine tutta una serie di riforme indicate dal “governo” comunitario in nove punti e tra cui spiccano il risanamento del sistema bancario, portare a termine l’opera di privatizzazione, risolvere il problema dell’iper-indebitamento delle imprese, concludere la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro.

E, se da una parte Lubiana col suo premier Alenka Bratušek tira un sospiro di sollievo, dall’altra sa bene che non c’è più tempo per temporeggiare, bisogna rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare duro. Non lasciano vie di scampo le parole pronunciate ieri a Bruxelles dal commissario agli Affari economici Ollie Rehn. «La Slovenia ha imboccato la strada delle riforme – ha detto – ma deve fare ancora molto. Il governo ha iniziato a ripulire il sistema bancario. Le riforme – ha precisato – che mi sono state indicate dal ministro delle Finanze ‹ufer in una lettera mostrano alcuni sviluppi positivi. Così continuando la Slovenia riuscirà nei prossimi due anni a diminuire il suo debito pubblico».

La Commissione chiede dunque a Lubiana di proseguire sulla strada delle riforme strutturali in grado di riportare il rapporto debito pubblico-Pil entro i parametri di Maastricht nei prossimi due anni. Dovrà altresì cancellare alcuni evidenti squilibri fiscali per offrire all’economia del Paese gli strumenti adatti alla crescita che a sua volta garantirebbe il potenziale necessario a combattere la disoccupazione.

Per quanto riguarda il sistema pensionistico, Bruxelles “invita” la Slovenia a pensare oltre il termine del 2020 determinando i parametri di età collegati alle pensioni di vecchiaia considerando l’allungamento della vita media in Europa ma garantendo altresì le risorse necessarie a coprire le spese. Per quanto riguarda il sistema bancario la Commissione ritiene che Lubiana dovrà accettare, con l’aiuto dei partner europei, la nomina di un consigliere indipendente che controllerà le reali capacità delle attività bancarie e garantirà un migliore funzionamento delle due banche più in affanno (Nova Ljubljanska Banka e Nova Kreditna Banka Maribor) che già richiedono l’aiuto dello Stato in modo da correggere i propri bilanci.

Questo presuppone anche eventuali ricapitalizzazioni che però, avverte Bruxelles, dovranno svolgersi nel pieno rispetto delle regole sugli aiuti di Stato previste dall’Ue. La palla ora passa nelle mani del governo sloveno che, a questo punto, dovrà prendere provvedimenti duri e impopolari che metteranno a dura la prova la coesione dello stesso esecutivo.

Mauro Manzin
“Il Piccolo” 30 maggio 2013

 

 

 

Il commissario agli Affari economici Ollie Rehn (foto www.independent.ie)

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