Il secondo dopoguerra non è stata solo una grande opera di ricostruzione materiale dell’Europa, uscita devastata dalle distruzioni belliche, occupata dai vincitori e divisa dalla guerra fredda, come hanno raccontato magistralmente Tony Judt e, più recentemente, Ian Buruma. Meno studiata e altrettanto essenziale è stata l’opera di ricostruzione della fiducia e di superamento degli sciovinismi tra i popoli europei, quel movimento di apertura e interesse verso le diverse culture d’Europa che ha posto le basi del più lungo periodo di pace nel più piccolo dei continenti.
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