24.10.2025 – «Emerge qui quel che ci hanno insegnato i nostri padri: l’amore per la nostra terra di origine e le nostre tradizioni, per il nostro dialetto e per la nostra identità, non il rancore o la rabbia. E questo stiamo trasmettendo alle nuove generazioni dell’esodo e agli italiani che sempre più numerosi vogliono conoscere e scoprire queste pagine di storia nazionale, d’ora in poi anche attraverso questa mostra» così il presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati Renzo Codarin ha presentato la Mostra sugli Esuli Dalmati Istriani e Fiumani (MEDIF) inaugurata al Vittoriano, uno dei simboli dell’Unità d’Italia.

MEDIF è una mostra completamente digitalizzata, che viene visitata in autonomia interagendo con monitor e display senza bisogno di guide e rimarrà allestita in questa prestigiosa sede almeno 4 anni. L’allestimento interamente multimediale del MEDIF realizzato dall’architetto Massimiliano Tita seguendo le indicazioni di un Comitato Scientifico di alto livello coordinato dal compianto Professor Giuseppe Parlato si pone in continuità ideale con il Museo del Risorgimento: è Nazario Sauro a fare da anello di congiunzione tra i due percorsi espositivi. La mostra inizia proprio con la ricostruzione del monumento che Capodistria dedicò al suo illustre concittadino e che fu smantellato dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e definitivamente distrutto dagli jugoslavi.

Una linea del tempo accoglie poi il visitatore, proiettandolo alle origini della storia della frontiera adriatica, all’epoca in cui Ottaviano Augusto istituì la X Regio Venetia et Histria. Si tratta di un excursus storico che si infittisce man mano che ci si avvicina all’età contemporanea, per poi lasciare spazio nei pannelli successivi ad una dettagliata narrazione delle foibe, dell’esodo, dei campi profughi e della riscoperta della storia del confine orientale grazie all’istituzione del Giorno del Ricordo, per concludersi con una rassegna di istriani, fiumani e dalmati illustri di ieri e di oggi. I testi sono tradotti in inglese, sloveno e croato, per essere fruibili ai visitatori che vengono al Vittoriano da tutto il mondo e per proseguire quel percorso di presentazione della storia dell’italianità adriatica in particolare alle istituzioni ed al pubblico della Slovenia e della Croazia.

«Il Vittoriano è un monumento all’Italia e per l’Italia – ha dichiarato Edith Gabrielli, direttrice dell’Istituto ViVe (Vittoriano e Palazzo Venezia) intervenendo all’inaugurazione – che viene visitato ogni anno da cinque milioni di turisti. Oggi dimostriamo anche che si tratta di un complesso monumentale aperto ad interventi che contribuiscono a illustrare la storia d’Italia»
È poi intervenuto il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, il quale ha definito MEDIF «non soltanto un evento culturale, ma un atto di verità e di giustizia» che «racconta una pagina dolorosa della storia italiana, una storia a lungo rimossa, o peggio taciuta, che oggi ritrova parola, dignità e luce». Parlando degli esuli giuliano-dalmati, Giuli ha evidenziato che hanno dato «una lezione di italianità vissuta, non proclamata, una lezione che oggi rivolgiamo ai giovani, perché sappiano che la libertà non si eredita, ma si difende; che la verità non si impone, ma si custodisce; che la memoria non divide, ma unisce. E che essere italiani è un dono di cui dobbiamo essere degni».

Presenti vertici e rappresentanti delle principali associazioni della diaspora adriatica, tra le numerose autorità intervenute c’erano il Senatore Maurizio Gasparri, il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il deputato triestino di origine istriana Nicole Matteoni e l’On. Andrea Mascaretti, promotore del premio Geppino Micheletti. Durante l’inaugurazione ha avuto luogo una performance a cura del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia diretto da Paolo Valerio: alcuni attori hanno impersonato esuli, ognuno con una storia da raccontare ai primi visitatori. Storie di abbandono e di lutti, di sofferenza e di rinascita, di amore per la propria terra e di orgoglio per la propria identità, storie che adesso ancora più italiani (e non solo) potranno conoscere ad approfondire con il sito multimediale che sta prendendo corpo come approfondimento dei contenuti della mostra:
Lorenzo Salimbeni

